Pronti all’impiego, 24 ore su 24
Gruppi speciali di polizia di sei Paesi impegnati in questi giorni in Ticino nello ‘Swiss Swat Contest’ Oltre dieci scenari operativi. Una gara fra tiro, percorsi a ostacoli e corsa in salita.
«Le forze speciali della polizia – sostiene Norman Gobbi – sono come l’esercito: pronte all’impiego, nella speranza che il loro impiego non si renda necessario», perché significherebbe che la situazione si è aggravata, tanto da rappresentare una seria minaccia per la sicurezza di una comunità. Forze comunque pronte 24 ore su 24 a entrare in azione, dice il capo del Dipartimento istituzioni assistendo, ieri sul Ceneri, a una delle esercitazioni dello ‘Swiss Swat Contest’, gara internazionale che vede impegnate da alcuni giorni in Ticino undici squadre composte di agenti dei gruppi speciali di sei Paesi, come i Nocs della Polizia di Stato italiana. Alla manifestazione prendono parte – oltre all’Italia – la Germania, l’Austria, il Lussemburgo, la Slovacchia e ovviamente la Svizzera, con sei team (uno è delle Guardie di confine). Dopo quattordici anni, lo ‘Swiss Swat Contest’ è così tornato in Ticino. L’evento è organizzato e diretto dalla Polizia cantonale. Il cui portavoce Renato Pizolli ricorda: «Chi ospita non partecipa». Ogni squadra, spiega il capitano Athos Solcà, è formata da «cinque elementi, più un coach»: i team sono alloggiati a Bellinzona, al Centro Gioventù e Sport. Quattordici i «cantieri», ubicati «sulla sommità del Monte Ceneri, nel Luganese e nel Mendrisiotto». Quattordici scenari/contesti nei quali le forze speciali potrebbero operare nella realtà. «A Lugano per esempio – riprende Solcà, responsabile del comitato organizzatore – i concorrenti vengono ammanettati all’interno di un edificio: devono riuscire a liberarsi e a lasciare lo stabile, di cui non conoscono la pianta, affrontando avversari e cercando di schivare trappole di vario tipo». In altri ‘cantieri’ si maneggiano armi e si spara dopo impegnativi percorsi a ostacoli. A Tesserete una corsa in salita: «Quattro chilometri e mezzo, 880 metri di dislivello...». Lo ‘Swiss Swat Contest’ si concluderà con la premiazione «della miglior squadra e del miglior tiratore», indica ancora Solcà. «Eventi come questo permettono anzitutto di stabilire preziosi contatti personali, cosa molto importante nella nostra professione», sottolinea il comandante della Polcantonale Matteo Cocchi, che è anche direttore dei corsi dell’Istituto svizzero di polizia destinati ai gruppi di intervento. Gruppi come quello (Gi) della Cantonale. Per potervi accedere, rammenta Pizolli, occorre aver lavorato per almeno tre anni in Gendarmeria: «Poi un anno di selezione fra duri test fisici, teorici e psicologici. Dopodiché, se si supera la selezione, un anno di prova nei Gi...». Non è certo una passeggiata.