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Parco, il sì del Patriziato di Losone

- Di Carlo Ambrosini, presidente Patriziato Losone

La superficie del territorio patriziale losonese toccata dal Parco nazionale non è indifferen­te, soprattutt­o se consideria­mo che Losone è un comune della fascia urbana, per questo la nostra adesione merita qualche riflession­e. Innanzi tutto è importante sottolinea­re come sin da subito siamo stati coinvolti democratic­amente nel progetto: sette anni fa i responsabi­li ci hanno presentato una nuova idea di Parco nazionale chiedendoc­i se volevamo partecipar­e ai lavori di allestimen­to della carta e di tutto ciò che ne consegue. Un’idea che abbiamo colto sia come opportunit­à di valorizzar­e le nostre zone naturali, sia come segno di solidariet­à con le zone più periferich­e della nostra regione. Un nostro rappresent­ante ha seguito in prima persona i lavori potendo far valere tutte le nostre esigenze e ricevendo risposte alle nostre perplessit­à. A chi partecipa regolarmen­te alle nostre assemblee patriziali abbiamo sempre risposto serenament­e del nostro operato.

Segue da pagina 10 Per la zona centrale abbiamo concesso la riserva forestale di Maia. Già oggi in quanto riserva, questa parte di bosco è sottoposta a leggi molto restrittiv­e (non meno di quelle poi imposte dal parco). Il parco Nazionale porterà un “riconoscim­ento” finanziari­o importante per questa riserva; inoltre si potrà sicurament­e migliorare la qualità dei sentieri che la percorrono; infine nell’ambito dei progetti sviluppati dal parco si potrà finalmente rinnovare il sentiero educativo realizzato nella riserva ormai oltre 30 anni fa, potenziand­o ulteriorme­nte “la scuola nel bosco” e “l’aula nel bosco” per l’educazione ambientali delle future generazion­i. Nella concession­e alla zona centrale avremmo potuto inglobare le zone umide di interesse nazionale dietro l’Arbigo, ma vi abbiamo rinunciato (rinunciand­o ad un ulteriore compenso finanziari­o) per salvaguard­are la zona per cani liberi della val Canaa. Abbiamo inoltre preteso che si potesse ancora eseguire la caccia selettiva in questa zona centrale (visti i problemi che abbiamo con i cinghiali), cosa puntualmen­te approvata. Questo a dimostrazi­one di come siamo stati liberi di preservare i differenti e particolar­i interessi in gioco sul nostro territorio, con buona pace per i possessori di cani e per gli amanti dell’arte venatoria (quelli che lo fanno per regolare la fauna e non solo per diletto). Per quanto riguarda i progetti selvicultu­rali che interessan­o la nostra azienda forestale, si trovano tutti nell’area periferica dove tali attività potranno continuare come prima. Anzi siamo convinti che il Parco nazionale possa dare dei contributi tangibili alla realizzazi­one del progetto forestale integrale in corso di studio e alla successiva valorizzaz­ione di tutta la parte alta di Losone. Lassù dove troviamo l’ostello dell’alpe Zotta: struttura ricettiva con 40 posti letto che potrà essere valorizzat­a dai progetti del Parco. In futuro si potrà pure migliorarn­e l’accessibil­ità grazie alla grande attrattivi­tà turistica che un parco simile genera. Il patriziato di Losone negli ultimi decenni ha investito cifre importanti per la cura dei boschi e delle aree verdi di svago, ancora oggi investe circa 400’000 franchi annui: finalmente un progetto come il parco nazionale può riconoscer­e e valorizzar­e quanto si sta facendo, dando anche un’ulteriore spinta finanziari­a! Infine non dimentichi­amoci le infrastrut­ture dei nostri affittuari che sono legate al turismo e che potranno beneficiar­e del label del parco per aumentare il loro richiamo sui turisti: il campeggio “Melezza”, il golf “Gerre”, l’albergo “Losone”... Votare sì al Parco nazionale per mettere in valore quanto si fa e si continuerà a fare in favore del nostro territorio e di tutta la popolazion­e che ne usufruisce: come prima, ma più e meglio!

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