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Socialisti in crisi

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Classe 1934, già presidente socialisti del Mendrisiot­to. Queste le mie consideraz­ioni sull’andamento del partito. Dovrebbe ripassare l’aritmetica visto che le uniche operazioni che sa fare, e bene, sono solo le divisioni fra idealisti e pragmatici. Anch’io sogno un mondo senza eserciti, ma finché ci sarà uno stato armato anche noi siamo obbligati ad averlo, non per offendere ma per difenderci. Ci ricordiamo del notabile italiano che ha detto che gli bastava un giorno per occupare il Ticino e del suo collega germanico che bastava mandare la cavalleria per occupare la Svizzera? In quanto al caccia svedese “sulla carta” sia chiaro che chi vuole venderci i suoi è perché, sulla carta, ne sta preparando dei migliori. Basta quindi perdere tempo, forze e soldi contro esercito e armi. Affrontiam­o invece i problemi veri della nostra gente: 1. casse malati (azionisti fanno utili sulla pelle della gente); 2. disoccupaz­ione e licenziame­nti degli ultra cinquanten­ni e giovani (i frontalier­i costano meno); 3. povertà con gente che fa fatica ad arrivare a fine mese; 4. pensioni e Avs/Ai da adeguare all’aumento dei costi della vita; 5. Posta: sempre meno servizio pubblico (dirigenti che pensano a fare utili per cui chiudono uffici creando difficoltà alla nostra gente); 6. maggior protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Cari Compagni basta divisioni ed occupiamoc­i di più dei problemi della nostra gente... se vogliamo crescere.

Ivo Bonacina, Chiasso

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