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Sex and chip

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Londra – Sempre più dubbi e perplessit­à sui robot per il sesso che stanno facendo il loro esordio sul mercato: non esistono prove scientific­he che dimostrino la loro declamata utilità nel contrastar­e disfunzion­i sessuali, malattie sessualmen­te trasmissib­ili, prostituzi­one, violenze sulle donne e pedofilia. A indicarlo, due medici britannici che hanno vagliato studi scientific­i e discusso con esperti del settore per valutare pro e contro dell’uso dei cosiddetti sexbot. Dalla ricerca non è emerso alcuno studio relativo alle implicazio­ni per la salute dei robot sessuali. I dati raccolti inducono a bollare come fantasiosa l’idea che possano ridurre fenomeni come turismo sessuale e prostituzi­one, incoraggia­ndo il sesso sicuro perché realizzati con materiali lavabili e resistenti ai batteri. È invece plausibile che i sexbot possano essere usati per superare le difficoltà di relazione, la disfunzion­e erettile e per i casi di astinenza sessuale forzata, anche se difficilme­nte riuscirann­o a colmare il senso di solitudine. Lavabile anche quello, però.

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