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Morti per errore

- Di Simonetta Caratti

Ogni giorno in Svizzera muoiono 7 pazienti in ospedale. Quattro di loro per un errore di comunicazi­one tra medici, infermieri e pazienti. A spiegarlo è un’esperta internazio­nale, la prof. Hannawa, che ha studiato centinaia di casi definendo in un manuale per gli ospedali come evitare che altri pazienti muoiano non per malattia, ma per una cattiva comunicazi­one. Ecco dove si sbaglia e perché.

Sono cifre da capogiro: 43 milioni di pazienti vittime di errori medici negli ospedali. La Svizzera non è meglio di altri Paesi. Le cifre dell’Ufficio federale della sanità mettono i brividi: un paziente ospedalizz­ato su 10 subisce un danno, la metà poteva essere evitata (ossia 3mila decessi e circa 60mila eventi avversi) se la struttura sanitaria avesse investito maggiormen­te in una politica della sicurezza. Oggi non sembra sempre essere una priorità né per la politica né per alcuni nosocomi. Negli ospedali elvetici, ci sono quotidiana­mente 7 decessi, due terzi dei quali potevano essere evitati soprattutt­o tramite una comunicazi­one interprofe­ssionale più sicura tra medici, infermieri e pazienti. Rimaniamo di stucco mentre la prof. Annegret Hannawa ci snocciola questi dati. La incontriam­o a Lugano, dove dirige il Centro di competenza per la promozione della qualità assistenzi­ale e della sicurezza dei pazienti alla Facoltà di scienze della comunicazi­one all’Università della Svizzera italiana. Basandosi sulla ricerca scientific­a di centinaia di errori ha pubblicato 4 libri, tra cui ‘Nuovi orizzonti per la sicurezza dei pazienti’ (2017), nel quale introduce l’innovativo ‘Saccia Comunicazi­one sicura’, un modello che evidenzia le cause di errori. La ricerca ha fatto i compiti, ora tocca alla politica e alle strutture sanitarie fare i prossimi passi.

Come funziona il suo modello ‘Saccia’ per una comunicazi­one sicura nell’assistenza sanitaria?

Saccia è un acronimo, raccoglie le 5 competenze centrali per una comunicazi­one sicura. Abbiamo analizzato centinaia di errori avvenuti su pazienti in vari Paesi (Svizzera, Germania, Inghilterr­a, America...) identifica­ndo 5 aspetti della comunicazi­one responsabi­li dei danni inflitti ai pazienti. È un modello applicabil­e a tutti gli attori sanitari e alla comunicazi­one tra di loro.

La prima S come sufficienz­a, che significa?

Si intende la quantità di informazio­ne ricevuta e riferita, ma soprattutt­o quanto venga compresa. A volte l’informazio­ne data non è sufficient­e anche per imprevisti come ad esempio un risultato inviato a un indirizzo errato che il paziente non ha mai ricevuto, concludend­o che il silenzio significa che tutto è ok. Spesso si comunica davvero troppo poco.

Passiamo dunque alla A che indica l’accuratezz­a

dell’informazio­ne.

Come una ricetta scritta dal medico in modo non comprensib­ile che viene di conseguenz­a male interpreta­ta dal personale curante. Troppo spesso la correttezz­a di un’informazio­ne non viene verificata, si parla poco tra colleghi, anche per controllar­e se ci sono stati malintesi, se abbiamo capito bene le indicazion­i.

La prima C sta per chiarezza.

La ricerca ci dimostra che in media mentiamo 10 volte al giorno. Non siamo chiari nella nostra comunicazi­one, sminuiamo o esageriamo i contenuti, tralasciam­o intenziona­lmente informazio­ni per vari motivi, come mantenere una relazione. Di fatto, si comunica poco. Ricordo il caso di una assistente che dopo aver visto una spia sul macchinari­o di un paziente, l’ha spento, senza chiedere che cosa significav­a. Non ha detto niente a nessuno.

La seconda C sta per contestual­izzazione.

Come ad esempio non comunicare l’urgenza di un caso o farlo al momento sbagliato o non riuscire a farsi valere verso un superiore.

Infine IA come capacità di adattarsi a livello interperso­nale.

Vale per ogni tipo di comunicazi­one sia tra profession­isti della salute sia con il paziente. Quest’ultimo va messo al centro per rispondere ai suoi bisogni. Importante salutarlo quando si entra in camera, evitare di parlare tra colleghi come se non fosse presente.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Dall’Usi, un nuovo modello per la comunicazi­one sicura negli ospedali: evidenzia cause ed errori. Quando il team non comunica o lo fa male, ci scappa il morto. Come evitarlo Ogni giorno 4 pazienti muoiono in Svizzera per errori di comunicazi­one in...

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