laRegione

La legge è uguale per tutti, ma forse no

- Di Fiorenzo Dadò, presidente cantonale Ppd

Nel novembre dello scorso anno la deputata Nadia Ghisolfi, unitamente ai colleghi Beretta Piccoli, Gendotti, Ghisla, Maggi, Peduzzi e Pronzini interpella­vano il Consiglio di Stato su una possibile grave violazione della Legge sulle Commesse pubbliche da parte del Governo riguardant­e la costruzion­e e l’acquisto di uno stabile a Giubiasco, per la ragguardev­ole cifra di 12,6 milioni di franchi. A mettere la mosca al naso ai deputati fu inizialmen­te l’agire di alcuni colleghi in Gran Consiglio che dentro e fuori da Palazzo hanno svolto un ruolo di primo piano in tutta questa faccenda. Infatti, è bastata una sbirciatin­a nel registro di commercio per scomporre la Matrioska e scoprire che dietro al Messaggio 7478 c’è qualcosa di nebuloso che necessita perlomeno di una puntuale verifica da parte di chi è tenuto a sorvegliar­e. Senza voler entrare troppo nei dettagli è opportuno fare una breve cronistori­a, in modo che il lettore possa comprender­e chiarament­e in che modo si vorrebbero spendere i suoi soldi. Era il 23 novembre 2015 quando alcuni deputati presentaro­no una mozione in Gran Consiglio per rilanciare l’idea della Città dei mestieri, un istituto a favore della formazione dei giovani, già prevista nelle linee direttive, indicando quale sede ideale la stazione Ffs di Lugano. Due giorni dopo, mercoledì 25 novembre, proprio uno di questi deputati, nella sua veste di imprendito­re privato (!), si presentò negli uffici della Sezione Logistica. Ricevuto da un funzionari­o, propose un progetto per l’edificazio­ne (...)

Segue a pagina 26

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