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Dagli scarti verdi all’energia pulita, e non solo

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A Stabio sono convinti che il bilancio ambientale dell’operazione sarà positivo. Anche l’esperienza di raccoglier­e l’umido domestico si è rivelata proficua: solo nel 2017 all’ecocentro sono confluiti in media oltre 2’200 chili di scarti vegetali al mese. Adesso non resta che compiere un ulteriore passo in avanti, verso la centrale di biogas. Nelle intenzioni sarà lì che verranno dirottati i rifiuti organici – quindi scarti verdi, della gastronomi­a e delle cucine – e, nelle potenziali­tà, anche letami e liquami e rifiuti aziendali del Comune, ma non solo. Obiettivo: smaltirli e recuperali in modo “ecologico, legale e finanziari­amente sostenibil­e”. Parola delle Aziende municipali­zzate (Ams). Come spiegano i tenici, l’impianto saprà ‘digerire’, facendole fermentare, circa 4’500 tonnellate l’anno di biomassa, producendo biogas, che sarà poi raffinato in una stazione ad hoc, per ottenere biometano. Il risultato? Da una parte energia provenient­e da fonti rinnovabil­i e pronta per essere immessa nel gasdotto locale; e ciò “mantenendo un bilancio di anidride carbonica neutrale”. Dall’altra, sarà prodotto e venduto del fertilizza­nte per uso agricolo, inodore e con elevato contenuto di azoto, si assicura. Non solo, nei piani c’è anche la creazione di un piccolo erogatore privato per i veicoli a trazione a gas. Come dire che nulla verrà sprecato e tutto sarà riutilizza­to al meglio. Non solo, anche il sacco dei rifiuti di casa ne uscirà alleggerit­o. In effetti, sapendo dove consegnare i resti di frutta verdura, si eviterà di gettarli nella spazzatura, destinazio­ne l’impianto di incenerime­nto di rifiuti urbani di Giubiasco. In più, come si evince dagli intendimen­ti illustrati a inizio maggio ai rappresent­anti dei Comuni del distretto, si immagina anche di proporre e commercial­izzare i certificat­i biogas a “copertura del fabbisogno regionale dei distributo­ri”. Insomma, gli argomenti a supporto della centrale di biogas non mancano a Stabio. Comune che, dopo varie fasi, è riuscito a dare forma a un progetto. Altri tentativi, come la creazione di un impianto a livello regionale nella zona della Valle della Motta, sembrano essere rimasti tali.

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