Dissesto obbligato nell’enclave
Il Consiglio comunale di Campione d’Italia ha decretato lo stato d’emergenza; minoranza assente
A influire sull’amara decisione le disastrate finanze: si contano oltre 33 milioni di franchi di debiti. In arrivo un commissario che sarà nominato dal Ministero dell’Interno italiano.
È un sentimento di paura quello che si coglieva ieri nell’aula consigliare del Comune di Campione d’Italia, affollata come non mai è stata in passato. E non poteva essere diversamente in quanto il Consiglio comunale era chiamato ad approvare il dissesto finanziario del Comune. Un passaggio obbligato, senza alternative, che sarebbe stato opportuno approvare molto prima, in quanto molteplici erano i segnali allarmistici che giungevano dal Casinò, alle prese con un forte calo degli incassi, che getta ombre sinistre non solo sulla casa da gioco, ma sull’intera comunità campionese. Il dissesto finanziario è stato approvato con sette voti compreso quello del sindaco Roberto Salmoiraghi. Nessuno contrario, anche perché i quattro consiglieri di minoranza prima del voto hanno abbandonato l’aula. Ancora una volta Salmoiraghi nel suo lungo intervento è tornato ad accusare la precedente amministrazione di aver lasciato una situazione disastrosa e di non aver fatto niente per invertire una tendenza sempre più orientata verso il baratro. Il sindaco si è soffermato sugli effetti, dimenticando le cause. È tornato a dire che quando il 31 dicembre 2006 ha lasciato la carica che occupa nuovamente oggi, il Comune in cassa aveva circa 34 milioni di franchi e nessuna fattura inevasa, mentre il 30 giugno dello scorso anno quando è tornato in sella è stato chiamato a fare i conti con debiti per oltre 33 milioni di franchi. Gli anni d’oro a cui si è riferito Salmoiraghi erano quelli in cui il Comune finanziava il Casinò con risorse finite a Londra, come hanno accertato i giudici comaschi. Nessunissimo cenno da parte di Salmoiraghi alle cause che hanno minato il sistema Campione: gli organici gonfiati sia al Casinò che in Comune, il cambio euro-franco e il forte calo degli incassi che da undici mesi a questa parte ha ripreso a viaggiare a velocità sostenuta, tanto da mettere in discussione qualsiasi ristrutturazione dei conti delle uniche due aziende dell’enclave.
‘Il governo ci deve dare una mano’
Il sindaco ha inoltre fatto sapere che «nella riunione di ieri sera abbiamo pure pensato di abbandonare tutto, andare a casa, ma alla fine abbiamo deciso di continuare, sino a quando saremo in grado di fare qualcosa per il paese. Noi non scappiamo davanti alle difficoltà», ha dichiarato. A questo punto la palla passa al ministero dell’Interno italiano,
chiamato a nominare un commissario il cui compito sarà essenzialmente quello di prendere in esame tutto quanto è stato fatto negli ultimi cinque anni, per capire le cause ed eventuali responsabilità che hanno portato al dissesto finanziario. Considerate le premesse (incassi del Casinò), ora come ora non
sembrano esserci dunque vie d’uscita, per cui la partita si trasferisce a Roma, dove settimana prossima è previsto un tavolo tecnico proprio al ministero dell’Interno. «Il governo ci deve dare una mano, per una questione di solidarietà, considerato che negli anni passati abbiamo dato soldi a tutti» ha dichiarato infine Salmoiraghi. È notizia di mercoledì poi la decisione di mettere in vendita parte del patrimonio immobiliare per sanare le finanze. Ma questa è un’altra storia. È scontato che di Campione si parlerà ancora a lungo, anche perché resta insoluto il problema dei problemi: la richiesta di fallimento del Casinò.