Fra termiche e bonaccia. ‘La paura? Star fuori a lungo’
Russel Coutts, Franck Cammas e Loïck Peyron. O, più semplicemente, Ernesto Bertarelli. Ma non sono solo i nomi di chi l’ha vinto, a fare la reputazione del Bol d’Or. Per capirci, è la regata più importante dell’intero pianeta in un bacino chiuso. Quello, imponente, del lago Lemano, dove sulla rotta tra Ginevra e Le Bouveret, località che sorge al confine tra Vaud e Vallese, ogni anno si sfidano centinaia di vele d’ogni sorta, su un percorso (teorico) di sessantasei miglia nautiche, all’incirca centoventi chilometri. A inaugurarlo fu tale Fred Firmenich nel luglio del 1939, anno in cui il Bol d’Or vide la luce: a bordo del suo Ylliam IV coprì la distanza in ventitré ore e otto minuti. Un’eternità, se paragonata alle otto ore (e nove minuti) impiegate quattro anni fa da Jean Psarofaghis, considerato un’autentica leggenda su quelle acque. Anche se il record, quello assoluto, va naturalmente a un multiscafo, e cioè a Triga IV, il trimarano di Peter Leuenberger che nel 1994 fermò i cronometri dopo appena cinque ore e un minuto (e cinquanta secondi, per la precisione). Il bello del Bol d’Or, però, è soprattutto che ognuno l’affronta come vuole. Quindi con lo spirito dei marinai di Alinghi – trionfatore ben sette volte, dal 1997 in poi – oppure con quello degli equipaggi che armeggiano con drizze e scotte su scafi dalle linee più modeste, andando a caccia di venti e termiche sparpagliati su tutto il lago per il solo piacere di farlo. Ma che succede, invece, se non c’è neppure una bava di vento? Per il weekend i metereologi parlano di brezza leggera, almeno nella parte alta del lago. «La nostra paura è proprio quella – dice Alessio Martinoni –, e cioè l’eventualità di dover star fuori a lungo. Infatti, se non c’è vento diventa davvero pesante. Specie pensando che a bordo di una ‘Surprise’ il comfort è quello che è». L’augurio per i naviganti è soprattutto che non vada a finire come nell’allucinante edizione del 1962, quando il più veloce di tutti (si fa per dire) rivide terra a Ginevra trentadue ore dopo essere partito. E gli altri dietro. C.S.