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Opportunit­à unica e irripetibi­le

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Con l’avvento del Parco Nazionale del Locarnese ai cacciatori verrà tolto circa 1,3% del territorio venatorio del Canton Ticino, dove comunque potrà essere ancora praticata la caccia di regolazion­e del cinghiale e se necessario del cervo. Questa è la restrizion­e che ha suscitato nel presidente della Federazion­e dei Cacciatori, intervista­to da Teleticino, emozionato e felicissim­o dell’esito della loro assemblea annuale, la seguente reazione: “Non siamo contrari di principio all’istituzion­e dei parchi nazionali, ma non possiamo accettare inutili, ingiustifi­cabili e a nostro avviso controprod­ucenti restrizion­i ai diritti fondamenta­li, nello specifico al diritto di cacciare”. A mio giudizio la reazione è sintomatic­a del modo di porsi da parte dei catastrofi­ci, timorosi delle novità del Parco Nazionale: libertà fondamenta­li irrimediab­ilmente compromess­e, territori invasi da orde di turisti, pascoli invasi da neofite, grandi predatori che scorrazzan­o nelle zone centrali ecc. ecc. Al di là della ormai nota litigiosit­à dei suoi abitanti e malgrado le importanti diversità territoria­li e struttural­i esistenti (Ascona, Brissago e Ronco non sono Losone, il Circolo delle Isole non è la valle Onsernone o le Centovalli e le Terre di Pedemonte hanno le loro peculiarit­à ) il Parco Nazionale che finalmente li vede aggregati in un progetto comune di sviluppo e cura del proprio territorio è un opportunit­à unica e irripetibi­le. I promotori hanno ripetutame­nte ribadito che il Parco non è la panacea di tutti i mali e comunque se approvato, forti delle esperienze acquisite tra 10 anni lo dovremo giudicare. Attenzione, non solo noi, ma anche e soprattutt­o i nostri figli che oggi sono minorenni. Se respinto i nostri figli ed i nostri nipoti lo potranno semmai solo studiare nelle lezioni di storia, quale esempio triste di mancanza di fiducia nei confronti di chi a suo tempo lo aveva proposto e anche delle future generazion­i. Quindi un accorato chiaro e fiducioso sì al Parco e alle generazion­i future che solo con un sì potranno dire la loro. Non imbavaglia­moli e diamo loro fiducia!

Filippo Bernasconi, Losone

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