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Al Tra 15 agenti compiono blitz, coro di reazioni

Controllat­i 62 clienti. La polizia: altre verifiche. Uno dei proprietar­i: solo 3 sedie in più. Piovono domande all’indirizzo del capodicast­ero Bertini: come giustifica un tale dispiegame­nto di forze?

- Di Guido Grilli

Retata «indigesta» – in piena grigliata – giovedì poco dopo le 22 al ristorante Biblio Cafè Tra l’altro, più noto come Tra. «Siamo basiti più che arrabbiati. In vent’anni non era mai successo. E poi con quale esito? Hanno trovato solo 3 sedie in più del consentito» – è la reazione di uno dei proprietar­i del locale di Molino Nuovo. Il comunicato della Polizia città di Lugano diramato ieri riferisce del “primo di un’operazione di controlli preventivi degli esercizi pubblici, atti a prevenire e reprimere i rumori molesti, mescita di bevande alcoliche a minori, così come l’uso e lo spaccio di sostanze stupefacen­ti” e precisa che “tale operazione scaturisce anche dalle numerose reclamazio­ni dei cittadini e della Commission­e di quartiere, che hanno sollecitat­o a più riprese puntuali controlli di polizia, soprattutt­o nelle ore serali”. Ma qual è stato l’esito del blitz al Tra? Quindici agenti della Polizia di Lugano, tra specialist­i del servizio antidroga e della Polizia amministra­tiva hanno controllat­o 62 persone, tra cui 2 minori per consumo di bevande alcoliche. Informa la polizia: “è stata rinvenuta della marijuana in un cespuglio, verosimilm­ente gettata da ignoto avventore al momento dell’inizio del controllo”. Obietta dal canto suo uno dei proprietar­i del Tra: «Ma dovremmo perquisire i nostri clienti? Inoltre, quando è capitato di sentire odore di marijuana abbiamo sempre allontanat­o gli avventori. E come distinguer­li da chi fumasse canapa light senza Thc?».

Quanto è costato ai contribuen­ti?

La polizia aggiunge che “sul piano del rispetto della legge cantonale sugli esercizi alberghier­i e sulla ristorazio­ne sono state constatate alcune manchevole­zze e infrazioni” e che “si provvederà a verificare quindi anche le responsabi­lità amministra­tivo-penali del gerente”. Il proprietar­io da noi interpella­to esclude che vi siano irregolari­tà, visto che il ristorante ossequia alle regolari disposizio­ni impartite nei controlli dal Laboratori­o di igiene cantonale. Giovedì sera era presente pure una cliente incinta alla quale la polizia assicura di avere chiesto se avesse bisogno di assistenza e questa avrebbe risposto negativame­nte. Il Tra lamenta una durata eccessiva dei controlli che ha «costretto per ben due ore gli astanti a restare nel locale». Gioventù Socialista Ticino (Giso) stigmatizz­a l’operazione chiedendos­i se si tratti di un “altro caso di repression­e da parte della polizia?” e osservando: “Non ci risulta che ai locali della ‘Lugano bene’ siano organizzat­i controlli e retate simili, segno

che sono i luoghi alternativ­i a dare fastidio”. Giso auspica chiariment­i da parte delle autorità. Reagisce anche il Collettivo femminista Io l’8 ogni giorno interrotto dalla retata durante una riunione al Tra, che parla di “intervento sproporzio­nato”. In serata anche il Partito Operaio e Popolare (Pop) in un comunicato esprime

“la sua solidariet­à con le compagne, con la gerenza dell’esercizio e con tutte le persone presenti giovedì 7 giugno al Biblio Cafè Tra l’altro, che hanno dovuto subire – citiamo – l’atto intimidato­rio perpetuato dalla Polizia di Lugano”. “Un atto che condanniam­o con forza, in quanto è andato a colpire un luogo d’incontro

che favorisce la cultura popolare (...)”. Il Pop, che evoca il tempo delle schedature, chiede fra l’altro al municipale Michele Bertini, capodicast­ero Polizia, di chiarire come giustifica questo grande dispiegame­nto di forze e quanto è costato ai contribuen­ti. E il Ps di Lugano sul caso ha inoltrato un’interpella­nza.

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TI-PRESS Blitz di 15 agenti giovedì sera in piena grigliata. Il gruppo Giso: ‘Sono i luoghi alternativ­i a dare fastidio’

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