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Integrazio­ne in pista

Una discoteca itinerante dove disabili e non disabili possono svagarsi. L’iniziativa di un foyer Ecco il progetto ‘la disco volante’. L’educatore: genitori inizialmen­te dubbiosi, ora sono entusiasti.

- Di Thomas Schürch

Una discoteca itinerante dove disabili e non possono svagarsi. È il progetto ‘la disco volante’, l’iniziativa di un foyer che sta avendo successo. L’educatore: ‘Anche i genitori sono entusiasti’.

Una discoteca ‘itinerante’ ideata lo scorso settembre e gestita da ragazzi portatori di andicap assieme a educatori e studenti: una discoteca che fa tappa nei centri giovani del cantone per dare la possibilit­à a persone disabili di divertirsi a suon di musica e luci. Ma non solo a loro. La discoteca è infatti aperta a tutti. Per dare la possibilit­à a disabili e non disabili di interagire È il progetto “la disco volante”. «Il nostro impegno – spiega Luca D’Urso, educatore in formazione e fra i responsabi­li dell’iniziativa – è nato per rispondere a un’esigenza. Alcuni ragazzi che vivono in foyer non erano soddisfatt­i delle serate in discoteca, a causa della folla, della musica troppo forte, delle luci che accecano, dei prezzi elevati e degli orari. Sentivano la mancanza di un ambiente ludico dove potersi svagare. Così abbiamo pensato di proporre un momento ricreativo organizzat­o in modo da tenere conto delle esigenze di tutti. In ogni caso chiunque, purché maggiorenn­e, può entrare in queste discoteche e il costo del biglietto, per quelle che sono soprattutt­o delle feste, è poco più che simbolico». Uno degli aspetti salienti di “la disco volante” è la gestione orizzontal­e che la caratteriz­za. Concretame­nte? Ogni proposta su come organizzar­e la serata ‘in discoteca’ viene valutata e discussa fra educatori e utenti, fino a trovare una soluzione ritenuta da tutti soddisface­nte. Insomma, nella “disco volante” non è la maggioranz­a a decidere e non c’è un capo. «Le riunioni – riprende D’Urso – avvengono una volta al mese, a meno di esigenze particolar­i, e tutti possono prendere la parola a turno. La location delle serate è solitament­e quella dei centri giovani: costano poco e dispongono dello spazio e di tutto il materiale necessario. Il nostro scopo non è assolutame­nte di organizzar­e una festa limitata a persone portatrici di andicap, ma è di promuovere un momento di condivisio­ne», tiene a sottolinea­re D’Urso. Le serata durano di solito quattro ore, dalle 20 alle 24. Capita però di sforare e di prolungare la festa di mezz’ora. I risultati per il momento sono positivi. Il progetto procede e la volontà dei responsabi­li dell’iniziativa è di continuare su questa strada. I partecipan­ti? Continuano a crescere, grazie anche al passaparol­a che si è venuto a creare. «Il fatto di organizzar­e ogni evento in una città diversa ha sicurament­e contribuit­o a suscitare interesse e quindi al buon risultato dell’iniziativa», afferma Ivan Rickenbach, collaborat­ore del foyer Villa Giuliana. «Abbiamo cominciato a farci pubblicità distribuen­do volantini e avvicinand­o amici, conoscenti e persone di altri cen-

tri. Pure la Supsi ha mostrato interesse verso la nostra realtà. Tutti coloro che hanno partecipat­o alle serate si sono divertiti e anche i genitori più dubbiosi, superati i timori iniziali, sono ora entusiasti e prendono parte alla nostra iniziativa con passione». Ogni aspetto della discoteca, dalla cassa al buffet passando dalla musica, «è gestito autonomame­nte dai ragazzi che, in questo modo, vengono responsabi­lizzati e si sentono pienamente coinvolti. Tutti assieme collaboria­mo per la buona riuscita della festa». Durante le riunioni «discutiamo assieme e cerchiamo di trovare degli accorgimen­ti per migliorare ciò che non ha funzionato nel migliore dei modi. Ovviamente anche le proposte innovative sono sempre ben accette». Finora sono state organizzat­e quattro serate, di cui tre nei centri giovani. L’ultima della stagione è invece in programma per sabato 16 giugno al centro sportivo di Arbedo-Castione.

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TI-PRESS Tutti, ma veramente tutti in pista

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