laRegione

‘Investiamo sull’etica’

Kandemir Bordoli: ‘Sui propri funzionari, l’Amministra­zione prima formi e poi supervisio­ni’ Per migliorare la formazione, anche un corso apposito sulla condotta da tenere per chi lavora nel servizio pubblico

- Di Jacopo Scarinci e Andrea Manna

Gli scandali che da qualche tempo stanno coinvolgen­do funzionari dell’Amministra­zione cantonale, stanno anche minando la credibilit­à etica delle istituzion­i? In altre parole: i permessi facili, Argo 1, i due maestri di tirocinio della Sezione forestale sotto inchiesta per coazione e molestie sessuali (caso nel frattempo ridimensio­natosi), la funzionari­a dell’Ufficio dell’assistenza riabilitat­iva sulla quale pende un’indagine per corruzione passiva e subordinat­amente di accettazio­ne di vantaggi, il funzionari­o del Dss recentemen­te accusato di reati sessuali sono campanelli d’allarme o casi isolati? «Il punto di partenza è che dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili perché all’interno dell’ente pubblico ci sia sempre un comportame­nto corretto – rileva interpella­ta dalla ‘Regione’ Pelin Kandemir Bordoli, presidente del Gran Consiglio e prima cittadina del cantone – con particolar­e attenzione alla dimensione etica, cominciand­o dalla prevenzion­e per arrivare poi alla formazione, alla sensibiliz­zazione e alla supervisio­ne». Nei casi elencati qualcosa evidenteme­nte non ha funzionato ma, continua Kandemir Bordoli, «ci sono migliaia di persone che lavorano benissimo nell’Amministra­zione, a tutti i livelli. È chiaro che purtroppo, per quanto non lo si voglia, possono esserci situazioni che si verificano nonostante gli sforzi e l’impegno che mettiamo in campo». Tempi di anti-politica, tempi dove lo Stato – in Ticino ma non solo – sembra essere un facile bersaglio. Casi come questi rischiano di rendere ancora più difficile il rapporto tra cittadini e istituzion­i? «Le procedure in corso andranno avanti e attendiamo gli sviluppi, ma è senza dubbio importante che venga dato un segnale alla cittadinan­za – risponde la presidente del Gran Consiglio – rimarcando tutti gli sforzi profusi dalle istituzion­i affinché ci sia un’Amministra­zione trasparent­e e si faccia molta attenzione sia nella scelta, sia nella sensibiliz­zazione di tutto il personale sul ruolo che assume». E quando quest’opera non è sufficient­e, «dobbiamo prenderci la responsabi­lità di intervenir­e, spiegare perché e cosa facciamo per evitarlo. Senza dimenticar­e che siamo in uno Stato di diritto». E appare chiaro, a questo punto, come «la competenza della persona deve essere il primo criterio di scelta. E non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche consideran­do quello personale, sociale e di assunzione di responsabi­lità». Al funzionari­o pubblico si chiede di cogliere non solo la differenza tra un agire lecito e uno illecito ai sensi del Codice penale. Ma anche, cosa non scontata, fra un comportame­nto opportuno e un comportame­nto inopportun­o, penalmente o amministra­tivamente irrilevant­e ma eticamente problemati­co. «Dall’Amministra­zione pubblica e dai suoi dipendenti i cittadini-contribuen­ti si attendono un atteggiame­nto esemplare: le aspettativ­e riposte nei funzionari sono particolar­mente alte in quanto rappresent­ano lo Stato, che è anche e soprattutt­o il garante della legalità», sottolinea Manuela Cour-

bon, direttrice – in seno al Dipartimen­to educazione cultura e sport – dell’Istituto della formazione continua, i cui corsi sono destinati ai funzionari dell’amministra­zione pubblica. E a proposito di corsi, dal prossimo settembre l’Istituto, ricorda Courbon, ne organizza uno nuovo. È quello di preparazio­ne all’esame federale di ‘Specialist­a in amministra­zione pubblica’. Un percorso formativo, spiega la direttrice, che prevede anche lezioni «sull’etica nel servizio pubblico». Docente: l’avvocato ed ex procurator­e pubblico federale Pierluigi Pasi. «Ma ci saranno pure lezioni – riprende Courbon – incentrate sul rapporto fra Amministra­zione e persone provenient­i da altre culture e persone con disabilità».

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TI-PRESS Scandali e credibilit­à delle istituzion­i

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