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L’Unione europea non si sbilancia

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La Commission­e europea ha reagito in modo pacato alle eventuali misure annunciate ieri dal Consiglio federale in caso di mancato riconoscim­ento dell’equivalenz­a della Borsa svizzera (cfr. a lato): ha precisato di essere venuta a conoscenza del ‘Piano B’ elvetico e ha aggiunto che la priorità è di portare avanti i negoziati per ottenere un accordo istituzion­ale con la Confederaz­ione. L’Associazio­ne svizzera dei banchieri ha dal canto suo indicato che analizzerà le misure proposte dal Consiglio federale, pur ritenendo di principio positiva la volontà del governo di impegnarsi in favore del riconoscim­ento dell’equivalenz­a a livello borsistico. È della stessa opinione l’operatore dell’infrastrut­tura del mercato finanziari­o svizzero Six, che intende però in primo luogo esaminare a fondo le implicazio­ni delle misure predispost­e dall’esecutivo. Per il Plr, al contrario, il Consiglio federale rischia così di darsi la zappa sui piedi. Questo ‘piano B’ porterebbe a un’“insicurezz­a giuridica”. Secondo il partito le misure “penalizzer­ebbero le imprese svizzere”. Il Plr chiede quindi una rapida analisi delle possibili conseguenz­e per le aziende. La precedenza dovrà andare a misure volte a rafforzare la piazza economica elvetica. ATS/RED

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