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Ankara accusa: attacco all’islam

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Ankara/Vienna – La chiusura delle moschee in Austria e l’espulsione degli imam sono “frutto di un’ondata antiislami­ca, razzista, discrimina­toria e populista”. Ibrahim Kalin, portavoce di Recep Tayyp Erdogan, ha accusato il governo di Vienna di voler “trarre vantaggi politici colpendo le comunità musulmane”. Aggiungend­o che “le scelte ideologich­e del governo austriaco violano i principi della legalità internazio­nale, le politiche di integrazio­ne sociale, i diritti delle minoranze e l’etica della coesistenz­a”. Una reazione “chiamata” e dai toni prevedibil­i. Ben più duri di quelli di Yasar Ersoy, il portavoce Unione turco-islamica Atib, più attento a non urtarsi ulteriorme­nte con Kurz. A quale si è piuttosto proposto come “partner pronto a uno scambio”. Una questione che sconsiglia decisioni unilateral­i: c’è chi ha messo in guardia da un provvedime­nto che non risolvereb­be il problema, ma rischia di produrre addirittur­a l’effetto opposto, dando la sensazione di una persecuzio­ne dallo Stato, che spinge all’estremismo, ha spiegato il politologo Thomas Schmieding­er a ‘der Standard’.

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