Uno scultore tra Basilea, Roma e Ligornetto
Se la mostra su Burkhard al Masi è la ripresa di un precedente allestimento, quella sullo scultore e pittore Carl Burckhardt che il Museo Vela inaugurerà domenica alle 11.30 è il frutto di un intenso lavoro di ricerca e riscoperta condotto da Gianna Mina e Tomas Lochman. Lavoro che si inserisce nella missione del museo di Ligornetto, che periodicamente propone degli approfondimenti su artisti importanti ma poco conosciuti in ambito italofono. Come, appunto, Carl Burckhardt, profondo innovatore della scultura svizzera. Innovatore che però guarda al passato, come suggerisce il titolo dell’esposizione: “Echi dall’antichità”. Burckhardt attinge infatti i soggetti delle proprie sculture dalla mitologia classica: Zeus, Venere, le Amazzoni, figure allegoriche, divinità. Il tutto filtrato attraverso la sua cifra personale, il suo stile – per quanto, come spiegato da Gianna Mina in conferenza stampa, il termine non si possa applicare a una figura come Burckhardt che, oltre che scultore e pittore, è stato anche critico – che coglie le nuove esigenze, artistiche e sociali, della scultura e guardando oltre il neoclassico anticipa sviluppi futuri. Nei notevoli spazi del museo di Ligornetto e in dialogo con i gessi di Vela, troviamo circa 120 opere, principalmente sculture ma anche dipinti e disegni, che ripercorrono l’itinerario artistico di Burckhardt, dalla formazione a Basilea ai soggiorni romani al ritorno nella città natale che conserva tuttora diverse sue importanti realizzazioni fino al breve ma intenso periodo trascorso in Ticino dove morì, relativamente giovane, nel 1923.