Arigato, Lugano
La Nazionale rossocrociata ha salutato il Ticino dopo l’intenso ritiro di due settimane vissuto nella città sul Ceresio e concluso ieri sera con il successo (2-0) sul Giappone.
Vladimir Petkovic ha concesso due giorni liberi ai suoi giocatori, poi lunedì con il volo verso il campo base di Togliatti inizierà la campagna di Russia (esordio il 17 con il Brasile).
Lugano – Caloroso, speranzoso, colorato. Sono le emozioni dell’abbraccio che ieri sera i 7’000 di Cornaredo e simbolicamente la Svizzera intera hanno riservato alla Nati, che lunedì dopo due settimane di intenso campo di allenamento sulle rive del Ceresio (concluso con l’amichevole vinta 2-0 contro il Giappone) prenderà il volo per la Russia. Caloroso, perché l’impianto luganese ha finalmente potuto uscire dall’abituale grigiore (ci giocano pur sempre i bianconeri) e mettersi l’abito della festa, di un rosso passione contagioso, soprattutto se indossato a poco più di una settimana dall’esordio mondiale contro il Brasile (17 giugno). Un po’ come due anni fa contro la Moldavia nell’ultimo test in vista degli Europei francesi (vittoria 2-1 davanti a 5’700 persone), Cornaredo ha risposto presente, coccolando i suoi beniamini (con un occhio particolare per i ticinesi Behrami e Gavranovic), incitandoli dall’inizio alla fine del match e trasmettendo loro entusiasmo, affetto e fiducia. Speranzoso, perché sono grandi le aspettative (della gente, ma anche dei giocatori stessi) riposte in un gruppo ormai consolidato, maturo e pronto all’exploit. Quello mancato due anni fa con l’eliminazione negli ottavi dell’Euro ai rigori contro la Polonia e soprattutto quello sfiorato nel 2014 con il passaggio ai quarti schiantatosi sul palo colpito da Dzemaili al 120’ del match con l’Argentina. A due passi dallo stadio a Lugano, tra l’altro, c’è la pista da hockey. No, sognare quest’anno non è proibito (per indicazioni chiedere a Hofmann e compagni). Colorato, perché in Ticino la selezione del Sol Levante oltre a qualche stella (l’ex Milan Honda, Okazaki del Leicester e Kagawa del Dortmund) ha portato un ampio seguito di giornalisti (oltre 150) e pure qualche simpatico tifoso dal look stravagante, suscitando molta curiosità e mettendo una punta di Blue Samurai nell’elveticissimo rosso. Sì, Lugano ha avuto il suo momento di gloria, che speriamo da settimana prossima si trasformi, seppur a distanza, in una festa nazionale...