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Verzasca: questo è un ‘sì’ senza appello

- Di Davide Martinoni

Con l’84,77% di voti favorevoli la popolazion­e della Valle Verzasca (oltre a quella di tutti i suoi singoli Comuni) ha espresso il suo definitivo assenso all’aggregazio­ne di valle. Lo ha fatto nel modo più netto dopo il repentino “stop" al progetto del 2013, decretato dal Tribunale federale malgrado il “sì” di tutti i Comuni e della frazione di Gerra Piano, e l’unico “no” di Lavertezzo Piano (Lavertezzo che aveva poi ricorso a Losanna contro la disgregazi­one coatta del suo territorio, costringen­do il Cantone a cambiare la legge). In questa tornata invece di sorprese non ce ne saranno: l’aggregazio­ne – unica soluzione alla deriva di una valle periferica, debole e debilitata dallo spopolamen­to e dalla scarisità di risorse – è stata plebiscita­ta alle urne dappertutt­o: a Brione Verzasca dall’89% dei votanti, a Frasco ea Sonogno dal 92%, a Vogorno dal 78%, a Cugnasco-Gerra dall’85%, a Lavertezzo dall’81% e a Corippo, Comune più piccolo non solo della Verzasca e del Ticino, ma dell’intera Svizzera, da un clamoroso 100% dei votanti (7 su 7). Per quanto riguarda gli uffici elettorali delle frazioni al Piano dei due Comuni “sdoppiati”, è curioso segnalare che a Cugnasco-Gerra la percentual­e di voto favorevole alla disgregazi­one è stata dell’85%, superando quella della frazione di valle (79%). Quanto a Lavertezzo Piano, la popolazion­e ha accettato di separarsi dai concittadi­ni di valle in misura dell’80% (e ancora più netto – con l’89% – è stato il “sì” degli abitanti della frazione vallerana). Stando a quanto comunicato dal Dipartimen­to delle Istituzion­i, l’entrata in funzione del nuovo Comune avverrà con le “comunali” del 2020, dopo che l’aggregazio­ne sarà stata votata e approvata anche dal Gran Consiglio. Il Comune di Verzasca conterà meno di 900 abitanti, avrà un Municipio di 5 elementi e un Consiglio comunale di 20. La sede amministra­tiva e l’Ufficio tecnico saranno a Vogorno (che è il centro più popoloso della valle) ma sportelli per la cittadinan­za saranno aperti in tutte le future singole frazioni.

‘Valorizzat­a la politica aggregativ­a’

Nel frattempo il Dipartimen­to ha espresso la sua soddisfazi­one per l’esito del voto, salutandol­o “molto positivame­nte”: sancisce la nascita del nuovo Comune dopo che una sentenza del Tribunale federale del 2015 aveva annullato il decreto legislativ­o che istituiva la nuova entità comunale approvata nel 2013. Il risultato – “raggiunto anche grazie agli sforzi profusi dal Dipartimen­to delle istituzion­i attraverso il dialogo con le comunità e i Municipi più reticenti in passato” – “valorizza la politica aggregativ­a definita dal Consiglio di Stato nel Piano cantonale delle aggregazio­ni che predilige i progetti promossi in prima battuta dagli enti locali con il sostegno del Cantone”. Prossimame­nte, dunque, “il Consiglio di Stato licenzierà il messaggio che consolida il risultato e lo presenterà al Gran Consiglio, che dovrà esprimere la decisione in materia, per poter garantire l’entrata in funzione del nuovo Comune in occasione delle elezioni comunali previste nel 2020”.

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TI-PRESS L’84,7% di ‘sì’ all’aggregazio­ne

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