Verzasca: questo è un ‘sì’ senza appello
Con l’84,77% di voti favorevoli la popolazione della Valle Verzasca (oltre a quella di tutti i suoi singoli Comuni) ha espresso il suo definitivo assenso all’aggregazione di valle. Lo ha fatto nel modo più netto dopo il repentino “stop" al progetto del 2013, decretato dal Tribunale federale malgrado il “sì” di tutti i Comuni e della frazione di Gerra Piano, e l’unico “no” di Lavertezzo Piano (Lavertezzo che aveva poi ricorso a Losanna contro la disgregazione coatta del suo territorio, costringendo il Cantone a cambiare la legge). In questa tornata invece di sorprese non ce ne saranno: l’aggregazione – unica soluzione alla deriva di una valle periferica, debole e debilitata dallo spopolamento e dalla scarisità di risorse – è stata plebiscitata alle urne dappertutto: a Brione Verzasca dall’89% dei votanti, a Frasco ea Sonogno dal 92%, a Vogorno dal 78%, a Cugnasco-Gerra dall’85%, a Lavertezzo dall’81% e a Corippo, Comune più piccolo non solo della Verzasca e del Ticino, ma dell’intera Svizzera, da un clamoroso 100% dei votanti (7 su 7). Per quanto riguarda gli uffici elettorali delle frazioni al Piano dei due Comuni “sdoppiati”, è curioso segnalare che a Cugnasco-Gerra la percentuale di voto favorevole alla disgregazione è stata dell’85%, superando quella della frazione di valle (79%). Quanto a Lavertezzo Piano, la popolazione ha accettato di separarsi dai concittadini di valle in misura dell’80% (e ancora più netto – con l’89% – è stato il “sì” degli abitanti della frazione vallerana). Stando a quanto comunicato dal Dipartimento delle Istituzioni, l’entrata in funzione del nuovo Comune avverrà con le “comunali” del 2020, dopo che l’aggregazione sarà stata votata e approvata anche dal Gran Consiglio. Il Comune di Verzasca conterà meno di 900 abitanti, avrà un Municipio di 5 elementi e un Consiglio comunale di 20. La sede amministrativa e l’Ufficio tecnico saranno a Vogorno (che è il centro più popoloso della valle) ma sportelli per la cittadinanza saranno aperti in tutte le future singole frazioni.
‘Valorizzata la politica aggregativa’
Nel frattempo il Dipartimento ha espresso la sua soddisfazione per l’esito del voto, salutandolo “molto positivamente”: sancisce la nascita del nuovo Comune dopo che una sentenza del Tribunale federale del 2015 aveva annullato il decreto legislativo che istituiva la nuova entità comunale approvata nel 2013. Il risultato – “raggiunto anche grazie agli sforzi profusi dal Dipartimento delle istituzioni attraverso il dialogo con le comunità e i Municipi più reticenti in passato” – “valorizza la politica aggregativa definita dal Consiglio di Stato nel Piano cantonale delle aggregazioni che predilige i progetti promossi in prima battuta dagli enti locali con il sostegno del Cantone”. Prossimamente, dunque, “il Consiglio di Stato licenzierà il messaggio che consolida il risultato e lo presenterà al Gran Consiglio, che dovrà esprimere la decisione in materia, per poter garantire l’entrata in funzione del nuovo Comune in occasione delle elezioni comunali previste nel 2020”.