laRegione

Emozioni fa rima con ambizioni

Al Comunale è festa grande per l’obiettivo raggiunto, ma si guarda anche già con entusiasmo alla prossima stagione

- Di Sascha Cellina

Bellinzona – Euforia, un pizzico di rabbia, voglia di rivincita, orgoglio, gratitudin­e, sollievo, gioia e chi più ne ha più ne metta. Un calderone di emozioni, quello esploso al triplice fischio della sfida di ritorno della finale promozione con il Red Star, che ha liberato non solo quanto accumulato nei 90 minuti del match decisivo del Comunale, ma pure le emozioni raccolte in tutta la stagione appena conclusa e nelle tre precedenti, partendo da quella della rinascita in Seconda Lega dopo il triste epilogo del settembre 2013. «Avevamo promesso che avremmo riportato il Bellinzona dove si trovava al momento del fallimento, in Promotion League, e per fortuna siamo riusciti a mantenere la parola – ha dichiarato pochi istanti dopo il fischio finale un emozionato Gaston Magnetti, con i suoi 31 gol stagionali (4 nei due turni di finali) uno degli artefici del trionfo granata –. Non avremmo potuto fare altrimenti, guardate che tifosi, se lo meritavano, oggi avevamo un appuntamen­to con loro e non potevamo mancarlo. Una promozione ti regala emozioni bellissime e condivider­le con questo splendido popolo granata rende tutto ancora più speciale, così come è speciale portare questa maglia e voglio continuare a farlo». Il bomber argentino ha sottolinea­to il carattere della squadra di Luigi Tirapelle... «Dopo la partita d’andata (persa 4-3, ndr), diventata durissima con l’espulsione di Tarchini, abbiamo reagito e abbiamo dimostrato di essere una squadra vera, con le palle quadrate. Ma d’altronde è tutta la stagione che nei momenti di difficoltà esce lo splendido gruppo che siamo e questo è anche merito dell’allenatore. Non era evidente dopo la delusione dello scorso anno ricomincia­re da capo, così come accettare che nonostante i

24 punti di vantaggio in campionato, dovessimo rimettere tutto in gioco nelle finali. Ma lo abbiamo fatto e questa promozione è stramerita­ta».

Magnetti: ‘Mantenuta una promessa verso questi splendidi tifosi’. Russo: ‘Momenti speciali’.

Dall’attacco alla difesa, pure Daniele Russo fatica a nascondere i sentimenti... «Ho sempre detto che la promozione con il Chiasso (dalla Prima Lega alla Challenge League nel 2010, ndr) è stata l’emozione più grande della mia carriera, ma ora c’è pure questa –

ha detto il 32enne ex giocatore di Lugano, Mendrisio, Chiasso, San Gallo e Winterthur –. Una promozione è qualcosa di speciale, dietro c’è una stagione intera e tanti sacrifici, perché comunque lavoriamo tutti e arrivare a casa tardi ogni sera non è così evidente. Però questi momenti incredibil­i di gioia ci ripagano per tutto e direi che ce li siamo meritati». Anche il centrale sottolinea come con le finali «è tutto più difficile, perché quanto successo prima viene cancellato, ma noi siamo stati bravi a confermare il nostro livello fino alla fine». Sulla partita... «Il loro gol ci ha colpito a freddo ma è stato pure un

po’ casuale e non ha cambiato molto la situazione, perché già sapevamo che una rete non sarebbe bastata, non avrebbe avuto senso segnare, fare barricate e speculare. Di conseguenz­a abbiamo cercato di aggredire fin da subito la partita e i quattro gol segnati nel primo tempo lo dimostrano». E sul pubblico granata... «3’600 spettatori non sono scontati nemmeno a Lugano in Super League, e questo basta a far capire il seguito pazzesco che abbiamo qui, ma anche che noi siamo stati bravi a richiamare la gente allo stadio con prestazion­i di qualità e carattere. Come ci meritiamo noi questa promozione, se la meritano pure i nostri tifosi».

Tarchini: ‘Durissimo star fuori. Puntare subito alla Challenge? Una piazza del genere lo merita’.

C’è infine qualcuno che in campo non è potuto scendere, ma non per questo ha passato una serata tranquilla... «Ho sofferto davvero tanto – ha confessato capitan Tito Tarchini, espulso all’andata per un fallo di mano secondo lui inesistent­e –. Erano quattro anni che aspettavo questa partita e non poterla giocare per quella che ritengo un’ingiustizi­a è stato bruttissim­o, anche perché in tribuna si soffre pure di più che in campo. Ho comunque cercato di aiutare, nel limite del possibile, i miei compagni da fuori e loro sono stati bravissimi, conquistan­do una promozione che mi rende felice come un bambino. Quando sono arrivato all’Acb, nel 2014, l’obiettivo fissato era il ritorno in Promotion League e ora lo abbiamo raggiunto, conquistan­do tre promozioni in quattro anni. Ora ce la godiamo, poi penseremo al futuro, ma l’idea è provare a portare subito il Bellinzona in Challenge League, perché una piazza del genere, con questi tifosi eccezional­i, merita ancora di più».

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TI-PRESS/GIANINAZZI Al triplice fischio nessuno si è più trattenuto: e fanno tre categorie scalate in quattro stagioni

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