A casa non si torna
Divieto di rientro per le persone ammesse provvisoriamente Per il Consiglio degli Stati la legislazione attuale non è abbastanza restrittiva
Un divieto generale per le persone ammesse provvisoriamente di recarsi nel loro Paese d’origine. Lo ha deciso il Consiglio degli Stati che ieri, dopo il Nazionale, ha accettato con 24 voti a 13 e 2 astensioni una mozione in tal senso. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha indicato che tali viaggi vengono autorizzati molto raramente. Come ad esempio nel caso di malattie gravi o di un decesso di un famigliare. Se una persona ammessa provvisoriamente si reca nel suo Paese d’origine senza autorizzazione, di regola le viene revocato il suo statuto. Secondo la ‘ministra’ di Giustizia e Polizia la legislazione in questi casi è già abbastanza restrittiva e un divieto generale sarebbe quindi una misura sproporzionata. In seguito alla decisione del Parlamento si è però detta pronta a vagliare «adattamenti puntuali relativi allo status di persona ammessa provvisoriamente». I ‘senatori’ non hanno invece accolto due mozioni che prevedevano il divieto generale di viaggiare, e quindi di lasciare la Svizzera, per richiedenti l’asilo e persone ammesse provvisoriamente. Per il Consiglio federale questi due atti parlamentari erano troppo radicali: «Un bambino non potrebbe andare in gita scolastica»
Tornare al proprio Paese d’origine è generalmente proibito
all’estero, ha sottolineato Sommaruga, che ha fatto un altro esempio: se una persona ammessa provvisoriamente in Svizzera ha un fratello registrato in Italia, non potrà andare a trovarlo. Ieri il Consiglio degli Stati ha anche affrontato la revisione della Legge federale sugli stranieri. Pure in questo caso al centro del dibattito c’erano i viaggi nel Paese d’origine, ma da parte dei rifugiati. Per persone con questo statuto oggi ciò è vietato. I ‘senatori’ hanno deciso (con 30 voti contro 2 e 11 astensioni) che in questi casi è necessaria un’inversione dell’onere di prova: saranno i rifugiati che si recano
nei loro Paesi d’origine a dover dimostrare di essere stati costretti a farlo. Se non ci riusciranno, verrà loro revocato lo statuto. Oggi sono infatti le autorità a dover provare che un rifugiato abbia intrapreso un viaggio non autorizzato. Spesso è però difficile dimostrarlo, visto che questi viaggi vengono effettuati passando da altri Stati nei quali non è loro vietato andare. Il Consiglio degli Stati ha inoltre deciso (29 voti a 12), contro il parere del governo, che per i rifugiati sarà proibito recarsi nei Paesi vicini alla loro nazione d’origine. Questo per cercare di evitare abusi. Il Nazionale deve ancora esprimersi.