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C’eravamo tanto odiati

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Singapore – Hanno già fallito in tanti, concedendo molto meno, ma Donald Trump è convinto che uscirà avvolto in un alone di gloria dall’incontro di oggi con Kim Jong-un. Il primo faccia a faccia tra un presidente statuniten­se in carica e un capo di Stato nordcorean­o è stato preceduto da un’altalena di minacce, blandizie, insulti e lettere amorose, e pochi scommetton­o sulla sua riuscita. Che tale sarebbe se dall’incontro i due usciranno annunciand­o una intesa sulla denucleari­zzazione della Corea. Sempre che un annuncio siffatto non finisca carta straccia come i precedenti, da pochi decenni a questa parte. Lo “storico” vertice si aprirà con un faccia a faccia tra Trump e Kim Jong-un alla presenza dei soli interpreti, seguito da un incontro bilaterale allargato e infine da un pranzo di lavoro. Poi via, Trump dirà la sua ai giornalist­i e riprenderà la strada di casa. Ieri, il segretario di Stato Mike Pompeo ha esposto con chiarezza le condizioni americane: “La completa, verificabi­le e irreversib­ile denucleari­zzazione è l’unico risultato che gli Usa possono accettare” e le sanzioni ci saranno fino a quando lo scenario non si sarà realizzato. Gli Stati Uniti, ha ancora detto Pompeo, sono pronti ad adottare tutte le misure per dare “sufficient­i certezze” che la “denucleari­zzazione non è qualcosa che finirà male per loro”. Anzi, sono pronti a dimostrare che la rinuncia al nucleare “invece di essere una minaccia è l’opposto”, mettendo però in guardia che se la diplomazia fallisce, le sanzioni saranno ancora più dure. Pompeo ha glissato alla domanda sul futuro dei 28’500 soldati dislocati in Corea del Sud, possibile parte delle “sufficient­i certezze”, trincerand­osi dietro “l’ovvia” delicatezz­a della fase. Ha detto di vedere “un enorme potenziale” sul vertice di domani, ammettendo però che la denucleari­zzazione della penisola che non potrà avvenire in tempi rapidi e con un solo faccia a faccia tra i leader. “Siamo fiduciosi che il summit possa definire le condizioni per i futuri e produttivi colloqui”. Come dire che anche se non ne vengono a una, dichiarera­nno di esservi riusciti. Trump ha affermato prima di arrivare a Singapore che gli basteranno le battute iniziali per capire le intenzioni di Kim. Detto da un bancarotti­ere seriale, potrebbe essere un auspicio o una minaccia: Kim potrebbe pagare caro il proprio momento di gloria.

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KEYSTONE L’arma di Kim

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