Immersi per riemergere
Il 38enne ex giocatore di Acb, Lugano, Locarno e Chiasso nominato nuovo responsabile tecnico al posto di Cavin
Un bagliore di luce nel grigiore della polemica in seno al Team Ticino. Questo ci auguriamo che possa essere la nomina di Massimo Immersi a successore di Vincent Cavin in qualità di responsabile tecnico dell’Associazione cantonale. Una decisione quella caduta sull’ex giocatore di Lega Nazionale (oltre 200 presenze con le maglie di Bellinzona, Lugano, Locarno e Chiasso) presa sabato dai vertici rossoblù in una riunione alla quale non erano presenti rappresentanti di Fc Lugano e Fc Chiasso (che assieme all’Ac Bellinzona sono i membri fondatori del partenariato), i quali il giorno prima attraverso un comunicato si erano dissociati dall’attuale comitato, chiedendo inoltre la convocazione di un’assemblea generale straordinaria “affinché vengano tutelati i propri diritti statutari”. I bianconeri hanno comunque mandato all’incontro decisivo il loro candidato, Walter Pellegrini (attualmente coordinatore del settore calcio di formazione luganese), al quale è stato evidentemente preferito Immersi, che ha superato pure la concorrenza della persona (proveniente da oltre Gottardo) proposta dall’Acb. Come si legge nel comunicato del Team Ticino, una scelta presa sentendo “il parere dei nostri giuristi” e che “garantisce qualità nella continuità, in un momento delicato. Il signor Immersi è persona nota, preparata e molto apprezzata nell’ambiente calcistico cantonale (da cinque anni fa parte dell’Associazione, di cui ha diretto la U14, U17 e U15, ndr); potrà occuparsi da subito della perfetta organizzazione, al fine di garantire il regolare svolgimento dei diversi campionati giovanili”. “Il Team Ticino – prosegue la nota, nella quale si sottolinea come è anche stato chiesto un incontro con il direttore del Decs Emanuele Bertoli –, malgrado le problematiche del momento che all’esterno non sempre vengono capite, confida ancora in una bonale e intelligente soluzione della vertenza in atto, a vantaggio dei giovani ticinesi che amano il calcio, che giocano volentieri e che vorrebbero continuare a farlo nel modo migliore”.
‘Non ho niente contro l’Fcl’
«Nella vita bisogna credere in quello che si fa e io, per quello che ho visto in questi anni di appartenenza al Team Ticino, credo fermamente in quello che stiamo facendo – ci spiega il 38enne di Sementina (ma residente a Locarno), papà di Stella (5 anni) e Aris (2) e che possiede anche l’abilitazione come docente di matematica per le scuole medie –. Il lavoro è di alta qualità e credo che valga la pena di metterci la faccia per portare avanti questo progetto. Quando mi è stato proposto l’incarico, ne ho parlato con la mia famiglia e alla fine ho deciso di rimettermi in gioco, per la passione che nutro verso questo sport, ma anche nei confronti dei nostri ragazzi. Sono stato pure io un giovane sportivo d’élite, allora il Team Ticino non c’era anche se per certi versi me lo sono creato da solo visto che ho giocato nelle principali squadre del cantone, ma sarei stato contento di poter contare su una struttura del genere, che non forma unicamente dei calciatori, ma delle persone. E questo è fondamentale, perché non tutti, anzi pochissimi diventeranno grandi giocatori, ma tutti diventeranno dei cittadini». Sulla diatriba con il Lugano... «Non voglio entrare nella polemica, dico solo che non ho niente contro l’Fc Lugano e spero che, per il bene di tutto il movimento cantonale (club compresi, ma in primis per i ragazzi), si riesca a trovare una soluzione. Ricordo che il Team Ticino è stato creato anche per non seguire le onde delle varie società (e dei loro problemi) che si susseguono nel nostro cantone, deve essere solido a prescindere. In ogni caso, ovunque abbia lavorato, ho sempre cercato di far funzionare al meglio le cose ed è quello che proverò a fare anche in questo caso».