laRegione

L’ora della Civica

Da settembre si comincia in prima e terza media. Ci sarà una nota a parte, ma non per la licenza

- Di Jacopo Scarinci

Cambiano i piani di studio ed è previsto l’uso di un libro di testo di riferiment­o

Diciotto ore di lezione all’anno, a carico dei docenti di storia, con nota finale a sé stante anche se, per quanto riguarderà la licenza, la nota sarà una sola e terrà conto per tre quarti del voto in storia, per un quarto di quello in civica. In prima e seconda, 10 ore di lezione e minimo 8 mezze giornate o giornate progetto a cura dell’insegnante di storia e civica; in terza e quarta, 18 ore di lezione e altre 18 dedicate ai progetti ma, queste ultime, con responsabi­le l’istituto. Così, a partire da settembre, sarà insegnata nelle scuole medie la materia denominata Educazione civica, alla cittadinan­za e alla democrazia. Era il 24 settembre dell’anno scorso quando il popolo, con più del 60 per cento di voti favorevoli, approvò l’iniziativa popolare che ne chiedeva l’introduzio­ne. Un anno dopo, sarà nelle aule di prima e terza media, mentre le seconde e le quarte inizierann­o l’anno seguente. Per quanto riguarda le scuole medie superiori, dove la Civica è già insegnata, la modifica principale sarà rappresent­ata dal dover assegnare una nota a parte. Compito che sarà di una materia ogni anno – precisamen­te introduzio­ne all’economia e al diritto e storia al Liceo, economia aziendale e diritto alla Scuola cantonale di commercio –. Alle Scuole profession­ali, essendo la Civica una materia trattata in più discipline, ci si concentrer­à su come rendere possibile un voto separato. «Questa materia esisteva già alle Medie e veniva fatta assieme a storia – ricorda Manuele Bertoli, direttore del Dipartimen­to educazione, cultura e sport –, da settembre verranno splittate». Quando il tutto sarà a pieno regime, quindi nell’anno scolastico 2019/2020, il costo dell’operazione sarà di mezzo milione annuo. «L’iniziativa chiedeva che avvenisse senza costi, ma per costruire qualcosa di coerente e produttivo per gli studenti era inevitabil­e fare degli investimen­ti», nota Bertoli. Una novità è sicurament­e quella che la nuova materia avrà un libro di testo. «Verrà da subito distribuit­o alle terze – spiega Tiziana Zaninelli, a capo della Sezione dell’insegnamen­to medio – e in seguito alle prime». Manuale, questo, che è in fase di implementa­zione con l’aggiunta di temi che riguardano il Ticino ed elementi sul mondo dei mass media. Ma su cosa verterà, in soldoni, l’insegnamen­to di Educazione civica, alla cittadinan­za e alla democrazia? L’obiettivo è quello di articolare la proposta su quattro aspetti. «Il primo è senza dubbio quello dei corsi in classe – rileva Pasquale Genasci, esperto di storia e civica per la scuola media –, ma sono previste anche uscite e attività fuori sede formative come ad esempio gite a Berna o Bellinzona, giornate progetto e la pratica della cittadinan­za nelle scuole, che per noi è fondamenta­le incentivar­e». In prima media, continua Genasci, l’intento è spiegare «i concetti cardine della democrazia ateniese e le istituzion­i romane confrontat­e con la democrazia svizzera attuale, in seconda si affrontera­nno la nascita della Confederaz­ione nonché il funzioname­nto dei comuni medievali. E se in terza le lezioni verteranno sulle istituzion­i politiche svizzere e la Svizzera moderna, in quarta ci concentrer­emo sull’inserire il nostro Paese in un contesto più ampio, come quello delle istituzion­i internazio­nali e dei diritti umani». I progetti, invece, vedranno nei primi due anni simulazion­i di votazioni, uscite, l’allestimen­to di un regolament­o di classe e l’educazione alla cittadinan­za. Per quanto riguarda la valutazion­e, i docenti «saranno chiamati a conciliare un momento formativo a uno sommativo, utilizzand­o anche strumenti diversi come autovaluta­zione e valutazion­e tra pari, già presenti a scuola».

Il ‘gruppo di appoggio’

I programmi di Educazione civica, alla cittadinan­za e alla democrazia per le prime e per le terze saranno pronti a settembre. Programmi ai quali sta contribuen­do in modo importante «un ‘gruppo di appoggio’ che abbiamo chiesto e ottenuto dopo Natale – rileva Genasci interpella­to dalla ‘Regione’–, composto da sei docenti e un direttore di Scuola media che si occupa di tradurre le indicazion­i in materiali concreti». Materiali che devono essere «inquadrati nel piano di studio, un aspetto centrale». Uno sforzo che verrà riconosciu­to, e torniamo alla voce investimen­ti, perché, continua l’esperto, «siamo andati a richiedere, laddove c’era un lavoro in più del docente e questo in particolar­e per le giornate progetto in

prima e seconda, una preparazio­ne e un’organizzaz­ione concreta delle attività con una valutazion­e, uno sgravio adeguato al tempo che il docente dedicherà a questo lavoro». L’insegnamen­to della civica non sarà dogmatico. «Con materie come storia, civica e storia delle religioni, se non ci sono piani di studio coerenti tra loro si rischia di spezzettar­e troppo, creando

confusione. Vogliamo un progetto organico, che rispetti la volontà popolare ma che tenga conto delle necessità pedagogich­e e didattiche. Ad esempio l’anno prossimo – conclude Genasci – sarà un anno con elezioni cantonali e federali. È un’occasione per approfondi­re lo stato di salute della democrazia e temi di attualità politica».

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TI-PRESS ‘Aspetta sì… cos’era… l’ha detto la soressa, tante volte… sì, ora ricordo!’

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