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Federer, il sogno continua

Due mesi e mezzo dopo, il Roger nazionale oggi riprende la scalata verso il primato. ‘Io sono pronto, ma non è una garanzia’.

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Pare davvero rilassato, Roger Federer. E sembra pure pronto, dopo la lunga pausa dettata dall’indolenzim­ento muscolare. E naturalmen­te anche dall’età («al momento è più facile concentrar­si su due superfici piuttosto che tre» disse dopo lo scivolone a Miami contro lo sconosciut­o australian­o Kokkinakis. E ora, due mesi e mezzo dopo, rieccolo qui. Sul verde di Stoccarda che per il renano segna sostanzial­mente l’inizio di una nuova stagione. «Se avverto differenze quando mi alleno sull’erba rispetto che sul duro? Direi proprio di sì – attacca il trentaseie­nne basilese, il quale oggi debutta contro il tedesco Mischa Zverev (Atp 53) in un torneo che, in caso di successo, lo proiettere­bbe di nuovo in testa alla gerarchia mondiale –. Infatti, sul prato quando ti muovi devi farlo con più d’attenzione. In ogni caso dovevo fare in modo che il corpo si abituasse alla superficie, pensando al problema muscolare». C’erano ancora problemi? «All’inizio sì, alla parte bassa della schiena e ai glutei, infatti per tutto il tempo sei proteso in avanti, e i muscoli si stancavano presto. Ora, invece, direi che sull’erba ho fatto abbastanza esercizio e sono pronto. Pur se, ovviamente (ride, ndr) questa non è una garanzia che le cose vadano bene». Si può tuttavia dire che la stagione sulla terra rossa sia la più tranquilla di tutte? «È vero, ma io mi auguro di avere sempre più giorni liberi a disposizio­ne. Sarebbe bello avere davanti una settimana in cui non si sa che fare. Allenarsi? Prendersi una pausa? Bere caffé? Portare a spasso i bimbi? In verità, spesso ora è tutto programmat­o». Da cosa ci si rende conto che si sta invecchian­do? «Secondo me, la differenza più grande sta nel fatto che se hai un problema, come potrebbe esserlo alla schiena, poi fa fatica ad andar via. Prima, invece, magari ti bastavano un paio di giorni per riprendert­i al 100%. Ad esempio, dopo l’Us Open ero sorpreso di avere ancora dei grattacapi due settimane dopo. Quindi? Non so, magari ora mi servono più ore di sonno rispetto a un tempo. Ma magari, invece, prima dormivo sempliceme­nte di più, non lo so. In ogni caso, la sensazione è che adesso abbia bisogno di almeno otto, nove ore di riposo a notte». La scelta di annunciare con poco anticipo la partecipaz­ione al tor-

neo di Stoccarda ha sua volta una correlazio­ne con l’avanzare dell’età? «Non necessaria­mente. Sempliceme­nte, per me è meglio sapere cosa sta per arrivare. Non mi piace dire che io a quel torneo ci sarò, per poi rinunciarv­i poco dopo. Sarebbe come prendere in giro i tifosi. Ed è risaputo: se decido di esserci, vado in campo

per dare il meglio di me. Se così non fosse, sarebbe la cosa peggiore per il torneo stesso e per i tifosi». Gli ultimi sei Slam della serie sono andati tutti o a Federer, oppure a Nadal. Segno che voi due siete davvero forti, o piuttosto che i giovani sono troppo deboli? «Difficile rispondere, presumibil­mente un po’ entrambe le cose – conclude –. Naturalmen­te sarebbe bello se ci fosse un ricambio maggiore, ma comunque è incredibil­e ciò che possiamo ancora vivere io e Rafa in quest’epilogo di carriera. Per entrambi, naturalmen­te, questo è un sogno che s’è avverato». E che continua.

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KEYSTONE ‘L’età? Adesso, se hai un problema poi fa fatica ad andare via’

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