Gli orizzonti di LuganoInScena
Tra tradizione e innovazione, presentata la nuova stagione luganese
Spazio alla danza, con la quale si punta al pubblico luganese, e a produzioni e coproduzioni, senza dimenticare classici del teatro, musical, spettacoli per famiglie…
Un’ora e mezza di conferenza stampa, con Carmelo Rifici saltuariamente interrotto dal passaggio di qualche rumoroso gruppo che attraversava la Hall del Lac diretto al museo. Del resto, al momento di presentare la nuova stagione di LuganoInScena il direttore artistico aveva messo in guardia: «Non siete sequestrati, ma sarà lunga». Lunga perché i titoli sono tanti – una settantina gli spettacoli tra teatro, danza e musica; quasi il doppio le rappresentazioni –, tante le persone che Rifici ha invitato a dire qualche parola, ma soprattutto tante le idee di teatro, i linguaggi artistici, le ambizioni. Due i possibili fili conduttori di questa lunga e policroma stagione dove troviamo Giovanni Allevi e il “concerto silenzioso” di Gabriele Marangoni, i Legnanesi e la Paul Taylor Dance Company, Carlo Goldoni e Jan Fabre. Il primo è il titolo scelto da Carmelo Rifici: “Orizzonti e prospettive”. Che è da intendersi come un invito a guardare lontano, a scoprire lavori di giovani, e meno giovani, che si discostano dalla tradizione. Il secondo filo conduttore della stagione è invece il pubblico di LuganoInScena che Rifici ha voluto ringraziare ritraendo alcuni abbonati storici di LuganoInScena su manifesti e volantini degli spettacoli in abbonamento. Ed è interessante che, nonostante l’eterogeneità di proposte che è facile immaginare si rispecchi anche in un’eterogeneità di spettatori, Rifici ha sempre parlato di pubblico al singolare, mai di pubblici al plurale. Ad ogni modo, la scorsa stagione si è chiusa con un aumento di 52mila spettatori (e maggiori incassi per 600mila franchi, come ha raccontato il municipale Roberto Badaracco), segno che complessivamente piace, quell’equilibrio tra tradizione e innovazione, tra impegno e divertimento e, non dimentichiamo, tra produzioni proprie e spettacoli in tournée. Produzioni, e coproduzioni, che adesso hanno un cappello tutto loro: Lis – che sta per LuganoInScena – Factory, un Focus nel quale troviamo ben dodici spettacoli in varia misura “fatti in casa”, dall’opera con il ‘Barbiere di Siviglia’ di Rossini presentato nelle scorse settimane al nuovo lavoro della clown Gardi Hutter passando per classici del teatro come Pirandello – ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ per la regia di Emiliano Masala – e Molière con il ‘Misantropo’ di e con Valter Malosti, giovani autori come Simon Waldvogel con il plurilingue ‘L’amore ist nicht une chose for everybody’ e Alan Alpenfelt con ‘Jackie’.
Ballerini e maestri
Spettacoli che nei prossimi mesi avremo modo di scoprire – a Lugano o nelle tournée che seguiranno. Su due coproduzioni vale tuttavia la pena spendere qualche parola in più. La prima è ‘HU_robot’ di Aiep, compagnia vincitrice dell’ultimo Premio speciale di danza della Confederazione. Partendo dalla relazione tra uomo e macchine, con i danzatori del Balletto di Roma che condivideranno la scena con un braccio robotico, Claudio Prati e Ariella Vidach stanno creando una coreografia che, hanno spiegato in conferenza stampa, sarà anche una sfida percettiva con tanto di realtà aumentata. ‘HU_robot’ è inoltre testimonianza dello sforzo che LuganoInScena sta mettendo nella danza contemporanea, ospitando oltre alla già citata Paul Taylor Dance Company, il Tulsa Ballet, il Béjart Ballet di Losanna, il coreografo greco Dimitris Papaioannou e altri ancora. Una forte stagione di danza che giustifica un’iniziativa apparentemente audace: adescare il pubblico milanese con dei bus gratuiti. Vedremo come andrà questa iniziativa. La seconda coproduzione cui vale la pena accennare – lasciando al lettore il piacere di scoprire il ricco programma su con i Focus sull’America, l’Odissea, il teatro per famiglie, la Compagnia Finzi Pasca… – è ‘The Night Writer’, autobiografia di una delle figure più innovative della scena internazionale, il belga Jan Fabre. Fabre è uno dei tre protagonisti del Focus I grandi maestri europei, probabilmente voluto per sottolineare come LuganoInScena sia sempre più importante a livello internazionale. Oltre a Fabre avremo infatti l’inglese Declan Donnellan con la sua messa in scena (tradotta da Stefano Massini) di ‘La tragedia del vendicatore’ dell’elisabettiano Thomas Middleton e l’italiano Romeo Castellucci con il suo ‘Democracy in America’, liberamente ispirato all’opera di Alexis de Tocqueville.