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‘Una crono finale costruita per l’exploit di Küng’

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Rispetto all’arrivo del 2004, la tappa interament­e bellinzone­se di quest’anno è molto diversa... «Il Tour è diverso – precisa Patrick Calcagni –, nel senso che è piuttosto facile. Secondo me è stato disegnato nella speranza di un numero da parte di Stefan Küng. Ci sono relativame­nte poche montagne e due cronometro lunghe, quella a squadre del primo giorno e quella finale di Bellinzona. Come era stato disegnato bene in occasione della vittoria di Cancellara nel 2009, altrettant­o si può dire quest’anno, nella speranza che a indossare l’ultima maglia gialla sia proprio il turgoviese». Un Tour de Suisse con molti nomi importanti... «A mio modo di vedere è stato proprio il percorso non troppo duro ad aver invogliato molti big a preferire le strade del Tour de Suisse piuttosto che quelle del Delfinato. Senza dimenticar­e l’importanza della cronosquad­re, la cui presenza si è rivelata un test indicativo per le squadre in vista della Grande Boucle. Un TdS intelligen­te, dunque. E lo dimostra il fatto che per la prima volta da parecchi anni a questa parte, vi sono più big qui che al Delfinato». A Bellinzona, un finale pianeggian­te... «Quella di sabato sarà verosimilm­ente l’unica occasione per i velocisti, per cui sono propenso a inserire tra i favoriti i nomi di Démare, Gaviria e Kristoff, piuttosto che quello di Sagan, per quanto il campione del mondo sia capace di tutto, anche di vincere in un arrivo a ranghi compatti. Per quanto riguarda la crono di domenica, sarà terreno adatto per i cronomen di razza e tutti, ovviamente, aspettano l’exploit di Küng che potrebbe avere nel compagno di squadra Richie Porte l’avversario più temibile».

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KEYSTONE Fatta su misura?

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