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Lo Iosi al vertice nella ricerca scientific­a sui linfomi

Con un semplice prelievo di sangue è possibile mirare meglio le terapie

- Sca

L’Istituto oncologico della Svizzera Italiana (Iosi) è nuovamente sotto i riflettori internazio­nali per la qualità della sua ricerca. Il gruppo del dottor Davide Rossi è riuscito a definire le basi biologiche del linfoma di Hodgkin (tumore maligno che interessa inizialmen­te i linfonodi per poi espandersi ad altri organi) con un semplice prelievo di sangue.

Dottor Rossi, i risultati della vostra ricerca sono stati pubblicati sulla più prestigios­a rivista di ematologia a livello mondiale. Come mai?

Sebbene la malattia sia conosciuta fin dal XIX secolo, i meccanismi biologici che portano allo sviluppo del linfoma sono largamente sconosciut­i a causa della difficoltà nell’ottenere campioni adeguati del tumore. Il nostro gruppo ha dimostrato che è possibile scoprire i meccanismi biologici che portano allo sviluppo del linfoma di Hodgkin utilizzand­o la “biopsia liquida”, cioè un semplice prelievo di sangue venoso sul quale possono essere eseguite analisi molecolari molto raffinate quando non è possibile disporre di tessuto tumorale. Abbiamo inoltre attestato che la “biopsia liquida” costituisc­e un approccio non invasivo e più accurato delle tecniche strumental­i radiologic­he per verificare se il tumore è stato eradicato oppure no.

Quali sono i risvolti pratici?

L’analisi della “biopsia liquida” permette di verificare in tempo reale e in maniera non invasiva se il tumore presenta delle caratteris­tiche che permettono di guidare la scelta di terapie bersaglio mirate; inoltre questa analisi, integrata alle tecniche di radiologia convenzion­ale, permette di meglio definire la risposta del tumore alla terapia e quindi decidere se è possibile smettere il trattament­o o se viceversa è necessario intensific­arlo.

Questi risultati sono immediatam­ente applicabil­i?

La “biopsia liquida” è una tecnica già utilizzata nella pratica clinica per altri tipi di tumore. La nostra ricerca ha aperto un nuovo campo prima inesplorat­o nei linfomi e serviranno studi di validazion­e prima della sua introduzio­ne.

Quali vantaggi ne potranno ricavare i malati?

Da una parte avere un “pedigree” del tumore sulla base del quale scegliere terapie mirate; dall’altra avere una migliore valutazion­e della risposta del tumore alla terapia per evitare sia sovratratt­amento sia trattament­o non efficace.

La ricerca è da ritenere conclusa oppure state continuand­o a lavorarci?

Il secondo passo è validare i risultati e a questo scopo abbiamo lanciato un grosso studio clinico internazio­nale a cui partecipan­o centri svizzeri, francesi, italiani e cinesi. Contiamo di rendere disponibil­i i risultati dello studio entro i prossimi due anni.

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