L’Iran calpesta (di nuovo) i diritti civili In carcere l’avvocato dissidente Sotoudeh
Teheran – Il simbolo della lotta per i diritti civili in Iran è di nuovo in carcere. Nasrin Sotoudeh, 55 anni, avvocato, premio Sakharov nel 2012, rappresenta tutto quello che gli ayatollah detestano e, soprattutto, non ha paura. Ha difeso in tribunale attivisti e giornalisti, incluso Heshmat Tabarzadi, leader del gruppo di opposizione fuorilegge Fronte democratico dell’Iran. È membro del Centro Iraniano per la difesa dei diritti umani, fuorilegge anch’esso, guidato dal Nobel per la pace Shirin Ebadi, in esilio in Gran Bretagna. È stata l’avvocato delle ‘ragazze di Enghelab Street’, il gruppo di donne arrestate per essersi tolte il velo in pubblico durante le rivolte del gennaio scorso e lei stessa si è più volte mostrata a capo scoperto per protesta. La notizia del nuovo arresto è stata data dal marito Reza Khandan: “Ci hanno detto che è stata arrestata in base a una sentenza già emessa dal tribunale in absentia con la condanna a 5 anni di carcere”, ha detto, spiegando il meccanismo in base al quale vengono tenuti “aperti procedimenti contro attivisti politici in modo che, quando sono protagonisti di qualche forma di protesta, possono procedere all’arresto”. E di proteste, Nasrin se ne intende. L’ultima è quella contro una sentenza in base alla quale i prigionieri politici devono scegliere i propri avvocati da una lista predeterminata di 20 legali. Il che equivale – ha denunciato – a lasciarli di fatto senza difesa e in un’atmosfera di solitudine e paura.