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Condannato l’autista dell’eroina

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«Mai più». Due parole risuonate spesso ieri alle Assise correziona­li di Lugano, dove un 34enne è stato condannato a 14 mesi sospesi per 2 anni per infrazione aggravata e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Parole pronunciat­e dall’imputato, dal giudice Marco Villa, dalle parti: la procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo e l’avvocato della difesa Cesare Lepori. Due parole che suggellano non solo la fine delle vicende giudiziari­e dell’uomo – condannato per consumo di eroina e soprattutt­o per aver fatto da autista a uno spacciator­e della pericolosa droga –, ma che chiudono anche un brutto capitolo della sua vita, come da lui ammesso in aula. La vicenda risale al 2015. Il 34enne sprofondò nell’abuso. Venuto in contatto con la famigerata rete – con la testa in Albania, un’interminab­ile serie di giovani galoppini inviati dal Paese balcanico e consumator­i locali – che da anni gestisce lo smercio di eroina, fu assoldato come autista di uno spacciator­e. Compì almeno quattro viaggi prevalente­mente nel Luganese, trasportan­do quindi con la propria auto come minimo 160 grammi. In cambio (pochi) soldi e alcune dosi dello stupefacen­te da consumare. Inoltre, sempre nello stesso periodo, passò alla mente del traffico in Albania il contatto di un amico che potesse fare il suo stesso ‘lavoro’. A incastrarl­o i controlli telefonici degli inquirenti, già da tempo sulle tracce dell’organizzaz­ione criminale. L’uomo, nel frattempo, si fece ricoverare volontaria­mente alla Clinica psichiatri­ca cantonale di Mendrisio per disintossi­carsi e da allora non ha «mai più» toccato droga, e oggi vive in Svizzera interna dove si è rifatto una vita. DISTE

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