‘Gavranovic merita una maglia da titolare, è in splendide condizioni’
Il test della Svizzera contro il Giappone che ha chiuso il campo d’allenamento di Lugano ha riacceso il dibattito circa la figura del centravanti rossocrociato. Petkovic è solito dare fiducia ad Haris Seferovic, nonostante le sue note difficoltà in zona gol. Mario Gavranovic si è però messo in evidenza, ponendosi agli occhi del ct come valida opzione. «Vedo Gavranovic meglio di tutti – puntualizza Pier Tami –. Per quello che ho visto, Mario è in grande forma psicofisica. Certi segnali che lancia sono da cogliere, a partire da quello che ha fatto con la sua squadra di club. Anche con il Giappone si è mosso molto bene, con intelligenza, e si è creato occasioni. Da questo punto di vista Mario ai miei occhi è molto convincente». Tanto da farne la prima punta? «Ci sono gerarchie che possono anche essere rispettate, ma è pur vero che Petkovic non ha dieci partite per pensare a quale soluzione adottare. Certi segnali vanno colti. Mario si è giocato benissimo le proprie carte, è indubbio. Per il ruolo di prima punta si è già fatto preferire a Drmic. Meriterebbe la maglia da titolare, ma Petkovic potrebbe anche affidarsi a Seferovic, almeno in avvio di partita, per poi fare una staffetta in corso d’opera. Seferovic dal punto di vista atletico regge il confronto contro chiunque, Mario ha caratteristiche diverse, ma ha dimostrato di saper dare profondità alla squadra. Per una Svizzera che adesso difende maggiormente e riparte, Gavranovic potrebbe rivelarsi un’arma in più».
‘Var solo per i casi oggettivi’
Sarà il primo Mondiale con il Var... «Sono a favore, anche se, come tutte le novità, va studiato, allenato, calibrato. Sono per il Var per tutte le situazioni incontestabili, per i casi oggettivi: gol sì, gol no, fuorigioco. Per contro, non ne vedo l’utilizzo per concedere o togliere un rigore. Negli anni passati abbiamo assistito a tante di quelle ingiustizie... Si ha un bel dire che poi si bilanciano, tra quelle a favore e quelle contrarie. Non è vero: una finale persa per una svista non te la restituisce nessuno. Stiamo parlando di uno sport che non è più solo sport. Con tanti interessi in ballo, a certe ingiustizie grossolane è d’obbligo rimediare. Lo ripeto: vada per il Var, ma per le cose importanti, per le situazioni di gioco oggettive, sulle quale non ci possono essere discussioni. Ma non se si chiama in causa l’interpretazione del direttore di gara: la visione di un’azione incriminata al rallentatore non avverrà mai dalla prospettiva dalla quale l’arbitro ha dovuto prendere la decisione incriminata. Lasciamogli facoltà di decidere. MEL