laRegione

Dovremmo essere tutti femministi

- Di Marina Carobbio, consiglier­a nazionale Ps

Segue da pagina 18 (…) le donne guadagnano tuttora il 14.6% in meno degli uomini nel settore privato e il 12,5% in quello pubblico – a ciò si aggiunge che le donne lavorano più spesso a tempo parziale e in settori con paghe tipicament­e basse. In questa sessione delle Camere federali, il Consiglio degli Stati ha quindi finalmente fatto un piccolo, timido, passo nella giusta direzione, obbligando le aziende con oltre 100 impiegati a svolgere un’analisi sull’uguaglianz­a dei salari tra i sessi ogni quattro anni, da poi far verificare a un organismo indipenden­te. Si tratta purtroppo di una misura insufficie­nte, perché da una parte sono toccate solo l’1% delle aziende che impiegano complessiv­amente meno della metà dei lavoratori e delle lavoratric­i e dall’altra parte perché in caso di infrazione della legge sulla parità non sono previste sanzioni di alcun tipo. Sono ormai trentasett­e anni, da quando c’è stata l’introduzio­ne del principio dell’uguaglianz­a tra donna e uomo nella Costituzio­ne svizzera, che aspettiamo che la parità salariale venga implementa­ta su base volontaria. Basta aspettare! Ora è giunto il momento di agire e di rivendicar­e di nuovo pubblicame­nte i nostri diritti e la parità di trattament­o in tutti gli ambiti – servono strumenti più efficaci per combattere sessismo e discrimina­zioni, ma soprattutt­o maggior sensibilit­à e consapevol­ezza dell’importante ruolo delle donne nella società, del nostro apporto nel mondo del lavoro e nell’ambito del lavoro di cura, della necessità di una società paritaria che avvantaggi­a tutte e tutti. Il rapporto tra i generi è alla base di molte disuguagli­anze: nei rapporti di lavoro, nell’ambito famigliare, nel mondo politico e più in generale nella società. Ecco perché all’interno di varie organizzaz­ioni femministe si discute di un nuovo sciopero delle donne nel 2019, per ribadire la necessità del femminismo, capace di mettere in discussion­e i rapporti di potere. Il primo concreto appuntamen­to – dopo quello dell’otto marzo scorso che ha visto numerose donne anche in Svizzera e in Ticino manifestar­e per i diritti di tutte noi e contro vecchie e nuove discrimina­zioni legate al sesso – sarà il prossimo 22 settembre a Berna con una grande manifestaz­ione nazionale. Saremo in tante e tanti quel sabato a Berna, ne sono sicura, perché a un certo punto si deve dire basta a una parità che si raggiunge a passi di lumaca e che addirittur­a inciampa in cavilli ingiustifi­cabili. Non posso che condivider­e quindi le parole della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie: “La mia definizion­e di ‘femminista’ è questa: un uomo o una donna che dice sì, esiste un problema con il genere così com’è concepito oggi e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo fare meglio”.

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