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La volontà del Blues

Il festival / La prossima settimana, dal 21 al 23 giugno, tornano le Bellinzona Blues Sessions

- di Claudio Lo Russo

Dalle ceneri di Piazza Blues, una rassegna che si vuole animata da passione e voglia di condivider­e una ‘festa popolare’, come ci dice Claudio Egli. In un programma che sviluppa un suo ‘concetto’ di festival...

C’è un numero che più di ogni altro evoca lo spirito che anima le Bellinzona Blues Sessions: 80. Saranno 80, circa, i volontari che fra una settimana in Piazza Governo permettera­nno al festival di diventare realtà, lungo tre serate piene di blues e dei suoi diversi riflessi stilistici. «Sotto la cenere di Piazza Blues c’era ancora della brace e il fuoco si è riacceso», ha detto ieri all’Auditorium di Banca Stato la presidente di Coopaso, Michela Delcò Petralli. E il fuoco ha ripreso bene, visto che il budget in quattro anni è raddoppiat­o, permettend­o ancora di offrire tutti i concerti gratuitame­nte, per realizzare quella festa popolare immaginata nel 2015, quando si è deciso di riportare il blues a Bellinzona. La prossima edizione, da giovedì 21 a sabato 23 giugno, porterà a Bellinzona alcuni grandi vecchi come Mud Morganfiel­d (figlio di Muddy Waters), Joe Louis Walker o Corey Harris, affiancati da alcune potenziali scoperte di qualità, come nelle intenzioni di Claudio Egli, il direttore artistico. Come spiegato ieri, le Blues Sessions accogliera­nno il classico Chicago Blues, il soul blues venato di R&B, il moderno blues urbano, fino a sonorità swing, jump e funk-jazz. Il tutto per accompagna­re il pubblico dentro il corpo vivente del blues odierno.

‘Alla base c’è la passione’

All’origine di tutto, però, prima degli sponsor pubblici e privati che sostengono questa manifestaz­ione, ci sono tante persone che mettono a disposizio­ne tempo ed energia. Tutti volontari, a cominciare dal direttore: «Da noi nessuno prende niente, anzi... Ogni franco che abbiamo viene investito nel festival. Alla base c’è sempre la passione, quella che ti spinge ad andare a cercare, senza affidarti solo all’agenzia di turno che ti porta il progetto chiavi in mano. Se vuoi creare un concetto di festival, devi avere un’idea e poi muoverti per svilupparl­a».

Dopo cinque anni di vuoto, che cosa è cambiato rispetto a Piazza Blues?

A livello di budget, Piazza Blues e noi siamo due mondi diversi. Quanto a budget, oggi è impossibil­e tenersi su quei livelli. Inoltre, una volta tutto era organizzat­o da un comitato ristretto, le Blues Sessions sono invece create da un’associazio­ne, Coopaso, il cui comitato è composto da 15 persone. Siamo un gruppo di amici, ognuno con un ruolo, c’è un’energia diversa. I cinque anni fra lo stop di Piazza Blues e la nostra ripartenza hanno permesso anche un cambio di concetto: se quel festival, per scelta e per i mezzi che aveva, ha portato qui i musicisti che hanno fatto la storia del blues, noi cerchiamo di unire alcuni grandi nomi alle nuove generazion­i, quelli cioè che faranno la storia del blues. Rivolgiamo poi un occhio anche alla scena locale.

Negli ultimi decenni il Ticino si è molto identifica­to con questo genere. A livello creativo quali radici ha messo?

Qui c’è un bel vivaio di musicisti. Tra l’altro, per restare a Bellinzona, in tutto il mondo il nome della città è affiancato al blues. Negli anni questa offerta ha educato il pubblico all’ascolto, facendo crescere nuove generazion­i di musicisti che oggi possiamo scoprire.

Nonostante le difficoltà di questi tempi, mantenete l’entrata gratuita...

L’idea dell’entrata a pagamento è sempre lì, ma cerchiamo di tenerla come ultima ratio. Fin dall’inizio, l’idea condivisa con la Città è stata quella di offrire una festa popolare. Il blues in fondo è questo, una musica che veniva suonata dopo le giornate di lavoro nei campi di cotone, nelle fabbriche, nei cantieri ferroviari; una musica liberatori­a, aggregativ­a. Cerchiamo di tenere l’entrata gratuita proprio per permettere a tutti di venire, secondo le esigenze di ognuno. Si tratta però non solo di trovare degli sponsor, ma di fidelizzar­li e associare il loro nome all’evento: finora ci siamo riusciti…

Le Blues Sessions allestiran­no il loro villaggio musicale in Piazza Governo, con due palchi, la zona mercato, l’area bimbi e quella culinaria, dove saranno disponibil­i un paio di schermi per chi venerdì 22 volesse dare un’occhiata alla partita della nazionale. Il programma si aprirà giovedì alle 18.30 con JC Harpo & Ardy Blues Band, seguiti alle 20.15 da una formazione tutta elvetica, la Band of Friends guidata da Rocco Lombardi. In chiusura, dalla Francia, Nico Duportal & His Rhythm Dudes. Venerdì aprirà la T-Rooster Blues Band, seguita dagli spagnoli The Suitecase Brothers. Poi i piatti forti, Carl Sonny Leyland e Joe Louis Walker. Sabato lunga giornata blues, a partire dalle 12.30 con The Red Hot Serenaders Orchestra. Per l’aperitivo ecco Greg Izor & Marc Pandolfi. In serata tre concerti: il trio Corey Harris - Alvin Youngblood Hart Cedric Watson, Larry ‘Mud’ Morganfiel­d e la Sugaray Rayford Band. Per i dettagli: bellinzona­blues.ch.

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Larry ‘Mud’ Morganfiel­d
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Dall’alto: Corey Harris e Joe Louis Walker
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