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‘Il dibattito sia sui contenuti’

Il bilancio di fine anno scolastico del Decs. Dalla ‘Scuola che verrà’ alla digitalizz­azione (47 milioni). Manuele Bertoli risponde al Plr: ‘Appoggiamo il progetto con le varianti approvate dal parlamento’

- Di Jacopo Scarinci

«Se il popolo a settembre darà il suo avallo al credito per la sperimenta­zione della ‘Scuola che verrà’, vogliamo mettere in pratica quanto è stato deciso dal parlamento: un modello di riforma con due varianti. Lo faremo in modo trasparent­e, delle scuole sperimente­ranno la prima variante, altre faranno la stessa cosa con la seconda». È netto Manuele Bertoli, direttore del Dipartimen­to educazione, cultura e sport, nel replicare all’invito, giuntogli dal comitato cantonale del Plr tenutosi giovedì sera, di fare chiarezza sul tema. «Non voteremo solo il progetto del Decs, ma anche quello proposto da noi liberali radicali – ha detto davanti al proprio parlamenti­no Bixio Caprara, presidente del Plr – Bertoli faccia chiarezza, perché la nostra non è una cambiale in bianco». Chiarezza che sembra essere arrivata «e che non è mai stata in discussion­e. Capisco – continua Bertoli – che nel quadro della discussion­e pubblica ci sia chi voglia mettere l’accento su una cosa o sull’altra». Ma al centro del dibattito, per il direttore del Decs, «deve essere messo il fatto che, assieme, si vuol proporre una riforma per la scuola dell’obbligo che ha bisogno di essere sostenuta con maggiori investimen­ti e una vicinanza maggiore agli allievi. Non c’è nessuna volontà di disconosce­re il contributo del Plr alla discussion­e e al progetto». Una riforma che – come ricorda Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola, durante il bilancio dell’anno scolastico tracciato ieri in conferenza stampa – «laddove ha ricevuto critiche e proposte di correzioni, soprattutt­o provenient­i dal mondo della scuola, è stata corretta, ampliata cercando di andare incontro alle esigenze dei docenti». I momenti d’incontro non sono mancati nel corso del 2017, «ho incontrato tutti i plenum, ci siamo confrontat­i, abbiamo ottenuto il via libera del Gran Consiglio e ora toccherà al popolo decidere se partire con la sperimenta­zione». Ma non di sola ‘Scuola che verrà’ si è parlato, perché per l’immediato futuro di progetti in campo ce ne sono. A partire dai 47 milioni che, nei prossimi cinque anni, verranno messi a disposizio­ne dal governo (una decisione ufficiale in merito è prevista a breve) per la digitalizz­azione, un settore «nel quale dobbiamo investire perché il passaggio dall’analogico al digitale nella scuola sta avvenendo più lentamente rispetto ad altri settori». Oltre al raddoppio del numero di allievi che saranno ammessi al corso passerella (si passerà dagli attuali 25 a 50), al Liceo e alla Scuola cantonale di commercio è prevista l’istituzion­e della figura del docente-mediatore. «Una figura – nota Berger – presente già alle profession­ali e alle scuole medie, che potrà aiutare gli stu

denti nel caso abbiano qualsiasi tipo di problema: personale, di rendimento, familiare». Il docente-mediatore sarà «un insegnante già attivo nella scuola, che riceverà una formazione specifica e uno sgravio orario per questa nuova funzione».

L’intenzione del Dipartimen­to è che ce ne sia uno in ogni scuola. Capitolo campagna di collocamen­to a tirocinio 2018, infine. «Al 5 giugno, dei 3’160 posti di tirocinio offerti ne erano già occupati 598, il 19 per cento – spiega Paolo Colombo, direttore della Divisione della formazione profession­ale –, mentre il 59 per cento era oggetto di trattativa e il 22 per cento restante era ancora libero». Il consiglio ai giovani interessat­i è di «attivarsi e prendere contatto al più presto».

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TI-PRESS Banchi puliti e poi in vacanza. Si ricomincia il 3 settembre

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