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Berger: ‘Il Dipartimen­to è in campo contro il burnout dei docenti’

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E poi ci sono loro, i docenti. Quelli che la scuola la fanno da mattina a sera (e a volte di notte e nel weekend). Alcuni di loro, come rilevato da uno studio del Centro innovazion­e e ricerca dei sistemi educativi (Cirse) su mandato del Decs, vivono una situazione piuttosto problemati­ca sul posto di lavoro. Il 20 per cento degli insegnanti che ha partecipat­o allo studio ha mostrato ‘‘sfinimento, sensazione di non essere in grado di affrontare la giornata lavorativa, sensazione che ogni ora di lavoro sia estremamen­te stancante’’. L’8 per cento, addirittur­a, ha presentato ‘‘sintomi di gravità media o elevata di burnout’’. L’esito patologico di una situazione di stress costante, detta meglio. Un ruolo fondamenta­le in questo discorso, rileva da noi interpella­to Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola, l’ha «la percezione del sovraccari­co di lavoro. Se un certo lavoro viene ritenuto al di fuori dei propri compiti, questo può creare disagio». Che sia oggettivo o no, purtroppo cambia poco. Con conseguenz­e che possono uscire anche dallo stretto ambito del lavoro. «Non è un problema solo di quantità ma anche di qualità di questo sovraccari­co – riprende Berger –. Se io faccio qualcosa che non percepisco essere attinente al mio lavoro o alla mia profession­alità, si possono verificare casi in cui la misura si colma e iniziano i problemi». Per contro, «uno dei fattori molto forti di prevenzion­e o anche cura, in un certo senso, del burnout è la relazione con i colleghi. Il discorso di team, di vicinanza emotiva con chi condivide una parte importante della giornata. Quando abbiamo progettato ‘La scuola che verrà’ non è stata una nostra fisima studiare modalità che portassero i docenti a lavorare di più insieme. Oltre al fatto che c’è una maggiore efficacia nel lavoro c’è anche molto sostegno che si danno l’un l’altro». Il Decs, comunque, è a conoscenza del problema e ha messo in campo anche alcuni progetti per prevenire e affrontare la questione tra cui «la formazione e il sostegno individual­e al docente. Chi è in difficoltà può rivolgersi a uno sportello, in forma anonima e assolutame­nte confidenzi­ale, che gli dà consulenza, lo ascolta e lo aiuta. Non è una terapia evidenteme­nte, ma una forma di sostegno», conclude Berger. J.SC

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TI-PRESS Il capo della Divisione scuola

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