In ditta sono un business crawler
Matthew è un programmatore informatico con esperienza decennale. Da poco ha trovato un lavoro molto entusiasmante, ma che lo pone di fronte a un nuovo approccio. Da una parte valorizza il suo bagaglio tecnico, ma dall’altra lo mette in condizione di sviluppare nuove importanti attitudini fondamentali per il fresco business aziendale.
“Oggi è la giornata della svolta!” – dice Matthew durante la pausa pranzo. “Benissimo, per quale motivo?” – chiede sua moglie Barbara. “Beh, credevo di essere tagliato fuori dal mondo del lavoro, invece mi devo ricredere!”. “Dai racconta, come è andato il primo giorno?” – chiede Barbara. “Bene è dire poco. Non entro nei dettagli perché potresti non capire, ma è andata davvero bene”. “Scusami? È vero che non sono una smanettona informatica, ma se non parli informatichese ti capisco sai?!” – risponde Barbara smorfiosa. “Hai ragione, scusami, sono ancora così gasato che mi sembra tutto un sogno. Dopo più di vent’anni da programmatore informatico pensavo fosse finita”. “Tranquillo amore, ma non mi hai ancora detto come è andata questa mattina al lavoro!” – replica Barbara. “Pensa, appena sono arrivato in azienda cercavo l’ufficio del personale e non lo trovavo, credevo di essere nel posto sbagliato. Poi ho sentito una voce metallica sensuale pronunciare il mio nome ad alta voce, mi sono voltato, e ho visto una graziosa signorina virtuale con la mia faccia in mano” – spiega Matthew. “Scusa!? Ripeti perché non ho capito!”. “Ecco, vedi, l’avevo detto che non capivi!” – dice Matthew ridendo. “Non ho capito soltanto perché tu non ti sei spiegato bene, okkkey?”. “Dicevo che al posto della segretaria ho trovato un ologramma di una graziosa signorina che mi ha dato il benvenuto”. – spiega di nuovo Matthew. “Ma come ha fatto a sapere chi sei?” – chiede perplessa Barbara. “Semplice, ha riconosciuto la mia faccia. Grazie alla telecamera che c’è all’entrata e alla fotografia contenuta nel mio CV è stato un gioco da ragazzi”. “Wow! Sagace!” – sbotta Barbara con le posate in mano. “Ma c’è di più, molto di più!” – replica Matthew. “Ma sta cosa non viola la privacy delle persone?” – chiede Barbara perplessa. “No, non infrange nessuna regola, perché dopo essere stato selezionato mi hanno fornito il regolamento interno e lì era tutto spiegato molto bene. Non c’è trucco, non c’è inganno, e soprattutto non c’è nessuna violazione”. “Per caso era ciò che leggevi le sere scorse sul divano? Quando ti parlavo in continuazione senza mai ottenere una tua risposta?” – chiede Barbara. “Sì, proprio quello. Ora capisci perché ero assorto, leggevo cose che mai avrei immaginato”.
‘Ma come ha fatto a sapere chi sei?’ Semplice, ha riconosciuto la mia faccia. Grazie alla telecamera che c’è all’entrata e la fotografia contenuta nel mio CV è stato un gioco da ragazzi.
“Dai vai avanti, ho ancora pochi minuti poi devo tornare in ufficio, l’avvocato oggi torna presto” – dice Barbara. “Dopo il benvenuto, ho aperto il portone e ho incontrato il responsabile del mio gruppo di lavoro”. “È un robot o un essere umano?”. “Ma che dici! È un essere umano, mica ci sono robot da noi in azienda”. “Beh, da quello che mi stai raccontando mi aspettavo che il tuo capo fosse un robot in volo a bordo di un quadricottero, tipo film di Spiderman! Piuttosto, mi dici in cosa consiste il tuo nuovo lavoro? Non l’ho ancora capito” – dice Barbara ridendo. “Certamente, sarò un business crawler!“– spiega Matthew. “E che roba è?” – chiede Barbara sorpresa. “Questa è un’azienda innovativa, hanno investito molto per trovare nuovi mercati e nuovi modelli di business. Non fanno più solo applicazioni per la gestione del personale, ora vogliono buttarsi nel campo della domotica, ossia quella parte dell’informatica che si occupa della gestione dell’abitazione”. “Questo mi è chiaro, ma il business crawler non l’ho mai sentito, ti spieghi meglio?” – chiede di nuovo Barbara. “La filosofia aziendale parla chiaro. Prima di poter sviluppare un’applicazione come ingegnere informatico, devi conoscere bene gli utenti a cui ti rivolgi, come si muovono, come parlano, come mangiano, in pratica è molto importante osservare il loro comportamento quotidiano durante la giornata per poi codificarlo”. “Ma non è una perdita di tempo?”.
Ho pensato di frequentare posti pubblici dove c’è molta gente. L’obiettivo è chiaro, osservarne il comportamento per poi codificarlo secondo le mie regole e la mia creatività.
“No, assolutamente no! Devi cambiare la tua prospettiva. Il mio compito è di osservare il loro comportamento nell’ambiente esterno, e provare a codificarlo con delle nuove regole che io stesso posso definire. Un compito difficile! Il capo mi ha spiegato che solo quando svilupperò un’attenzione particolare ai dettagli, potrò riprendere in mano la tastiera e il mouse per tornare a fare quello che mi piace tanto, il programmatore informatico. Le applicazioni domotiche devono essere il più pervasive possibile, praticamente costruite a misura d’uomo!” – spiega Matthew. “Ma quali sono i vantaggi?”. “Molteplici. L’azienda investe nel formare i propri dipendenti a cogliere e codificare le sfumature invisibili delle persone comuni quando comunicano tra loro, per poi studiare e sviluppare una soluzione informatica che risponda perfettamente a queste caratteristiche. Ecco perché non serviranno manuali d’uso e le persone le utilizzeranno in modo naturale. In questo modo il concept del prodotto cambia il suo processo di progettazione e sviluppo, e si diffonderà più facilmente perché ideato e costruito a immagine e somiglianza del cliente finale. E questo farà la differenza con la concorrenza! Mi spiego? In questo modo si invertono i ruoli, la programmazione informatica diventa una commodity al servizio della capacità soggettiva di osservazione di chi poi la deve sviluppare”. “Ah, ora mi è chiaro. Ma per l’azienda non è un costo? E poi, perché quel nome così strano, un business crawler, che roba è?” – chiede Barbara. “No, non è un costo ma un grande investimento. A patto che le osservazioni siano produttive e intense. Il nome invece prende spunto dal web crawler, quello che in informatica identifica i programmi per computer che raccolgono e categorizzano le informazioni che si trovano in internet. Capisci ora? Il mio compito è fare lo stesso, ma per il business aziendale!”.
“Sì, mi hai convinto e anche incuriosito. Ma dove fai le tue osservazioni? E poi come fai a condividerle con i tuoi colleghi?” – chiede Barbara curiosa. “Ovunque. L’importante è che siano sempre posti nuovi. Ho un budget a disposizione e lo posso gestire come meglio credo. Se faccio bene aumenta, se faccio male fallisco. Per esempio, ho pensato di frequentare posti pubblici dove c’è molta gente, come ristoranti, piazze, mezzi pubblici e così via. L’obiettivo è chiaro, osservare il comportamento delle persone comuni per poi codificarlo secondo le mie regole e la mia creatività”. “Ok, ma non mi hai detto però come farai a condividerlo con i tuoi colleghi”. “Anche questo è semplice e pragmatico. Ogni venerdì mattina è prevista una colazione
comune con tutti i colleghi ingegneri, capo incluso, nella quale presento i risultati. Mostro loro le mie osservazioni sotto forma di nuovi profili comportamentali. Naturalmente sono il frutto di una mia interpretazione personale, ma è proprio questo il valore aggiunto per cui l’azienda ha deciso di creare questo nuovo profilo professionale” – spiega Matthew. “Sono stupita, ma vedendo il tuo entusiasmo sono sicura che farai bene!”. “Sì, era da molto tempo che non mi sentivo così partecipe al lavoro!”. “Scusa, mi sorge un dubbio, non mi starai mica profilando ora, vero?” – chiede Barbara. “Sei in ritardo, corri corri corri che l’avvocato è già in ufficio che ti sta aspettando…”.