L’Aquarius attesa a Valencia
Madrid – È attesa domani a Valencia l’Aquarius, la nave di Sos Méditerranée con 629 migranti a bordo, respinta dal governo italiano e dirottata verso le coste spagnole. La vicepremier Carmen Calvo è giunta ieri in città per incontrare il presidente Ximo Puig e coordinare i preparativi dell’arrivo dei migranti. Altri massicci sbarchi di migranti sono intanto annunciati in Italia. Ieri la Guardia costiera è stata inviata a soccorrere 500 naufraghi davanti alle coste libiche. Mentre sembra essersi sbloccata la situazione della nave della Marina Usa Trenton, che martedì aveva soccorso 42 persone da un’imbarcazione rovesciata: saranno portate anch’esse in Italia. Le partenze ripetute di “carrette del mare” dalla Libia evidenziano una chiara difficoltà di Marina e Guardia costiera di Tripoli a controllare le proprie acque, e soprattutto il vuoto di comunicazioni tra la Libia e il nuovo governo italiano. Le supposte autorità libiche attendono di capire se l’esecutivo di cui conoscono solo il volto di Matteo Salvini manterrà e rafforzerà gli accordi già sottoscritti, che prevedevano aiuti e sostegno in cambio dello stop ai trafficanti di uomini. Una situazione ben presente all’intelligence ed alle forze di sicurezza italiane che nei giorni scorsi hanno riferito ai ministri interessati sulla difficile situazione in territorio libico, dove i profughi si contano in alcune centinaia di migliaia. Quanto al salvataggio compiuto dalla Trenton – che fa parte del dispositivo della Nato – ad una ventina di miglia dalle coste libiche, va aggiunto che la Marina Usa aveva chiesto assistenza alla nave della Ong Sea Watch che si trovava in zona, dopo che la Guardia costiera libica si era detta non in grado di intervenire. La Sea Watch 3 si è però detta disponibile a prendere i 42 a bordo solo “a condizione che le fosse assegnato un porto di sbarco ragionevolmente vicino”. In Italia cioè, per non ripetere l’odissea della Aquarius. Ma dal ministro dell’Interno è arrivato un altro no.