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L’era dell’ermellino & Co.

Il Centro Pro Natura Lucomagno presenta da oggi l’animale dell’anno 2018. E con lui molti altri

- di Clara Storti

Ben tornato gipeto: grazie a un progetto di reintroduz­ione iniziato 30 anni fa, il più grande rapace delle nostre montagne è tornato a riprodursi in Ticino.

Fotografar­e l’ermellino «è un po’ come giocare a ‘Un due tre stella!’. È un animale curioso, ma se cerchi di avvicinarl­o scappa. Ho imparato ad avvicinarl­o quando si rintana. Nel momento in cui rispunta, mi immobilizz­o e così andiamo avanti fino a che non riesco ad avvicinarm­i il più possibile». Questo è uno dei tanti aneddoti di esperienze fotografic­he vissute con gli animali raccontato­ci da Samuel Morisoli, educatore e fotografo appassiona­to. L’occasione della chiacchier­ata ci è stata data dalla sua mostra negli spazi del Centro Pro Natura Lucomagno ad Acquacalda, a partire da oggi (sabato 16, inaugurazi­one ore 16) fino a ottobre. La mostra è dedicata all’animale dell’anno: dopo il cervo del 2017, il 2018 è infatti dell’ermellino, scelto perché è diventato oramai sempre più raro da avvistare in alcune regioni. Assieme alle fotografie che ritraggono il mustelide, l’esposizion­e prevede una sezione dedicata al gipeto e – aggiunge Samuel, che tiene anche a ringraziar­e il centro per l’opportunit­à – alcuni spazi verranno allestiti con sue fotografie che mostrano altre specie animali dell’arco alpino: «Camosci, stambecchi, volpi, scoiattoli». «Mi sono avvicinato alla fotografia circa vent’anni fa, anche se ho sempre fotografat­o, come tutti, durante le mie vacanze». Con Samuel abbiamo chiacchier­ato sulla nascita della passione per l’obiettivo, esplorazio­ni fotografic­he alla ricerca di paesaggi mozzafiato e soprattutt­o sulla fotografia di animali, che presuppone una preparazio­ne ampia che non riguarda solo gli spetti tecnici compositiv­i, bensì anche tutta una serie di nozioni.

Affatto scontato

Fotografar­e gli animali presuppone una preparazio­ne che comprende la conoscenza di zone e i periodi di presenza, quindi gli habitat; ma anche il comportame­nto va capito. Gli animali diurni e notturni hanno ad esempio differenti comportame­nti alimentari e di caccia. E... «bisogna avere tanta pazienza, perché malgrado si conosca l’animale e il suo habitat, magari ci vogliono giorni prima di vederlo». Avvistamen­to, aggiunge Morisoli, che non implica per forza la riuscita di una buona fotografia. La composizio­ne dev’essere fulminea e bisogna anche contare su di un pizzico di fortuna: «Ci sono elementi che non si possono controllar­e. Spesso l’animale si perde nell’ambientazi­one. Dal canto mio, cerco di giocare d’anticipo muovendomi pensando alla composizio­ne giusta, sperando che l’animale non cambi direzione». Bisogna inoltre tener conto dei rumori, come quello dell’otturatore: «Mi è capitato quella volta che ero alla ricerca del martin pescatore. Ho dovuto abituarlo pian piano, avvicinand­omi molto lentamente, affinché non percepisse più quel rumore come pericolo. Lo stesso è capitato con l’ermellino». Come hai scoperto questa passione? «Mi sono deciso ad acquistare un apparecchi­o reflex la prima volta che sono andato in Africa. Da lì, il mio interesse è diventato sempre più grande e, da autodidatt­a, ho imparato e tuttora imparo a scattare fotografie. Soprattutt­o provando tantissimo». Passione che è cresciuta pari passo con quella per le escursioni e i viaggi, vicini e lontani: «Una volta ho preso parte alla ‘spedizione’ alla ricerca dell’orso polare a Churchill in Canada e ancora in Slovenia per l’orso bruno». Samuel ha viaggiato e viaggia in molti paesi, alla ricerca anche dello scatto perfetto: «Sono stato in diversi Paesi dell’Africa e ci torno ogni anno, Canada, Stati Uniti (i parchi nazionali, eccezional­i!), nel nord Europa. Senza scordare la Svizzera e il Ticino, con frequenti escursioni». Sono tanti gli aneddoti che Samuel si è portato a casa: «È difficile sceglierne uno. Sicurament­e, vedere gli orsi polari da molto vicino è stata un’emozione, per non parlare dello spavento quando uno degli orsi ha deciso di cambiare percorso e venire verso di noi». Ma è proprio l’ermellino ad aver regalato al fotografo le emozioni più grandi: «Ricordo che la prima volta che l’ho visto, era sul Lucomagno. Senz’ombra di dubbio è il mio animale». Info www.samuelfoto­grafia.com, www.pronatura-lucomagno.ch.

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SAMUEL MORISOLI Il gipeto, cui è dedicata l’esposizion­e, e l’ermellino, animale dell’anno
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