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Fabbrica cioccolato, fallimento revocato

- Di Dino Stevanovic

Marcia indietro sulla Fondazione Fabbrica del Cioccolato. A due settimane dal fallimento, decretato dalla Pretura distrettua­le di Blenio il 29 maggio, la Camera di esecuzione e fallimenti (Cef) del Tribunale d’appello ha accolto il reclamo dell’ente che gestisce l’ex Cima Norma di Dangio, annullando pertanto la precedente sentenza. «Siamo soddisfatt­i – commenta il legale della fondazione Gianmaria Bianchetti – a maggior ragione perché a chiedere la revoca sono stati anche gli stessi creditori che avevano presentato l’istanza, una volta che il debito (di circa 5’400 franchi, ndr) è stato saldato. Si tratta di una notizia positiva per noi: trattandos­i di una fondazione che vive prevalente­mente di contributi privati non è sempre semplice trovare fondi per portare avanti quest’iniziativa culturale. Ma l’impegno e la volontà delle persone coinvolte, in primis del presidente Franco Marinotti, sono molto grandi». Sebbene sia durata solo un paio di settimane, la vicenda giudiziari­a è stata piuttosto articolata. «Abbiamo fatto un primo reclamo – ripercorre l’avvocato luganese – chiedendo l’effetto sospensivo, che in prima battuta non ci è stato concesso». Il motivo? «La Cef ha chiesto che venissero pagate le esecuzioni più delicate (in fase di fallimento o pignoramen­to, ndr)». Una volta saldate queste, è stato ripresenta­to un reclamo, stavolta accolto – l’11 giugno – seppur solo parzialmen­te «a causa delle spese giudiziari­e non ancora coperte». Superato anche questo ostacolo, il 13 giugno la Cef ha preso la decisione definitiva annullando il fallimento, come anticipato dalla Rsi online. Già nel 2017 la fondazione salì alla ribalta delle cronache per mancati pagamenti di artisti e dipendenti, situazione poi rientrata grazie anche all’intervento del sindacato Ocst.

Situazioni pendenti da regolare

E oggi, la fondazione è finanziari­amente più stabile? «Ci sono ancora delle situazioni pendenti da regolare – spiega Bianchetti –, e una delle nostre prime preoccupaz­ioni ora è andare a tacitarle. Si desidera mettere tutto a posto e ripartire». La ricerca di sostenitor­i è in corso e una «certa liquidità» dovrebbe entrare prossimame­nte per questo scopo. Buoni propositi, inevitabil­mente da confrontar­e alla situazione debitoria dell’ente: una decina di esecuzioni (non continuate) per oltre 100’000 franchi complessiv­i e nessun attestato carenza beni.

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