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A spasso dal Cinquecent­o al 2018

Lac, chiesa e convento di Santa Maria degli Angioli, funicolare, ex Palace: arriva la realtà aumentata

- Di Dino Stevanovic

Dopo il successo a Villa Ciani, un altro luogo simbolo della città si arricchisc­e dell’offerta culturale e turistica che permette di fare un ‘viaggio nel tempo’

Delle cuffie, degli occhiali speciali dotati di un software che trasforma le lenti in occhi pronti a viaggiare nel passato. E dieci franchi. Semplice e alla portata del grande pubblico, è il progetto ‘Santa Maria degli Angeli 3D’. Un’esperienza di realtà aumentata che copre uno dei luoghi simbolo di Lugano, nonché fra i più visitati del cantone: il Lac, gli adiacenti chiesa e convento di Santa Maria degli Angioli, l’ex Grand Hotel Palace e la funicolare che porta a Loreto, in disuso dal 1987. «Oltre che un’offerta turistica, è uno stimolo alla consapevol­ezza storica in un quartiere che ha subìto importanti stravolgim­enti, in positivo, negli anni» ha detto ieri durante la presentazi­one Pietro Montorfani. Il responsabi­le dell’Archivio storico di Lugano – che ha promosso l’iniziativa con il Lac e con l’Ente turistico del Luganese (Etl) – ha evidenziat­o come si tratti di un «dono, che permette di interagire con tre differenti periodi storici». Il viaggio parte e inizia infatti al Book Shop del Lac, dove viene fornito l’occorrente e il personale formato spiega come utilizzare il materiale. Poi, si parte: da piazza Luini si passa al chiostro del convento francescan­o e ci si immerge nelle atmosfere cinquecent­esche della Lugano milanese. Si prosegue dunque spostandos­i davanti alla facciata dell’ex Grand Hotel Palace, dove si narra la storia dell’imponente albergo, dai suoi albori – quando fu battezzato Hotel du Parc a metà Ottocento – e fino alla definitiva chiusura nel 1969. Ci si sposta poi nella chiesa, che grazie alla ‘Passione e Crocifissi­one’ di Bernardino Luini è il più importante monumento rinascimen­tale in Svizzera. Volgendo lo sguardo verso la funicolare degli Angioli, partono le immagini e le narrazioni della Lugano dei grandi alberghi, si torna nella Belle Epoque a cavallo fra Otto e Novecento. Il percorso termina di nuovo al Lac, il tempio contempora­neo della cultura cittadina.

Un pubblico giovane

Questa macchina del tempo di stampo turistico dura circa mezz’ora, una causa sposata «con molto entusiasmo» dall’Etl, come spiegato dal suo direttore Alessandro Stella. «È un modo per approfondi­re la conoscenza del posto visitato, andare oltre al panorama. È qualcosa in più rispetto alle guide: valorizza il lavoro degli accompagna­tori». La possibilit­à di approfondi­re la visita turistica grazie all’alta tecnologia piace anche alla Città. «Si tratta della strategia vincente – ne è convinto il capodicast­ero Cultura Roberto Badaracco –, si tratta

di un bel momento culturale. Soluzioni innovative come questa rappresent­ano un tassello importante dell’offerta». «Una volta aperto il Lac – ha aggiunto il direttore della divisione Cultura Lorenzo Sganzini –, c’era il pericolo che la politica culturale della Città s’identifica­sse con il centro culturale. Invece s’è rivelata

essere l’opportunit­à per rivalutare gli altri edifici storici di Lugano, come Villa Malpensata». «Questo tipo di attività crea un pubblico giovane di consumator­i culturali», la conclusion­e di Antonio Scuderi, Ceo della ditta produttric­e di questi smartglass. Il fermento attorno all’area non si conclude tuttavia con

quest’iniziativa. «È in programma una ricerca scientific­a sul convento – ha svelato Montorfani –, sono convinto che ne uscirà un’immagine diversa. E anche sull’ex Palace ci sono molti materiali su cui lavorare». Nell’attesa di questi sviluppi, il quartiere degli Angeli si apre a tuffi hi-tech nella memoria.

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TI-PRESS La visita è fatta di immagini storiche e narrazione in italiano, tedesco, francese o inglese

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