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La realtà dietro le cifre

- Di Ivo Durisch

Le cifre positive del consuntivo 2017 dicono poco su come si è giunti a questo risultato.

Segue dalla Prima La realtà che si cela dietro un utile di 80 milioni è tutt’altro che rosea. Nell’autunno 2016 di fronte a una manovra di rientro finanziari­o che ha di fatto dettato le cifre del preventivo 2017 noi abbiamo detto no. Abbiamo detto no a misure di risparmio antisocial­i e pericolose per un ammontare complessiv­o di 15 milioni di franchi. I tagli contestati in ambito sociale penalizzav­ano persone in difficoltà economica e a cui nei due anni precedenti erano già state ridotte le prestazion­i sociali, mentre quelli in ambito organizzat­ivo compromett­evano l’efficienza della giustizia. Le cifre positive di oggi, che hanno migliorato quelle preventiva­te di ben 114 milioni, indicano che i margini di manovra per evitare i tagli dolorosi a cui ci siamo opposti c’erano senza compromett­ere minimament­e le finanze cantonali. Per andare oltre un’arida realtà contabile e capire cosa si nasconde dietro i numeri è necessario fare almeno tre esempi. La riduzione da 4 a 3 dei giudici dei provvedime­nti coercitivi ha minato la qualità del sistema giudiziari­o mettendo in discussion­e la salvaguard­ia dei diritti fondamenta­li dei cittadini e la loro sicurezza. Questa modifica di legge era contestata anche dal Consiglio della Magistratu­ra, autorità alla quale la Costituzio­ne cantonale riserva la vigilanza in merito al corretto funzioname­nto della giustizia. La riduzione non trova alcuna giustifica­zione nei dati relativi al carico di lavoro dell’Ufficio come si evince dal rapporto 2017 della magistratu­ra dove possiamo anche leggere: “… il rischio di conseguenz­e derivanti da uno scadimento del livello di tutela giurisdizi­onale è concreto. Occorre intervenir­e in modo serio, finalmente, migliorand­o la dotazione dell’ufficio”. Anche la riorganizz­azione dell’ufficio fallimenti ha portato importanti conseguenz­e negative. La prospettat­a abolizione della funzione di uno dei due Ufficiali ha sicurament­e contribuit­o alle dimissioni dell’avvocato Bianco. Una perdita difficilme­nte sostituibi­le di una persona che aveva negli anni accumulato importanti competenze ed era il tramite con la magistratu­ra. Un legame che ha permesso negli scorsi anni di portare evidenti casi di fallimento fraudolent­o in sede penale permettend­o allo Stato di recuperare risorse importanti. Dalle cifre di questo consuntivo abbiamo appreso, con rammarico, che l’impatto delle misure di risparmio sugli assegni integrativ­i è stato più incisivo del previsto. L’abbassamen­to della soglia di intervento Laps e l’introduzio­ne del reddito ipotetico hanno tolto il diritto agli assegni a molte famiglie. Ben 811 famiglie hanno dovuto ricorrere all’assistenza, mentre altre per paura di venir espulse dal territorio svizzero non hanno richiesto le prestazion­i e verosimilm­ente vivono in una situazione di miseria. Da 2015 ad oggi i costi a carico del Cantone per gli assegni famigliari integrativ­i sono passati da 29 milioni a 9 milioni, una diminuzion­e drastica. Nel contempo continuano ad aumentare i beneficiar­i di assistenza. Nonostante la situazione di povertà e disagio sociale di queste persone il dipartimen­to non è riuscito ad attivarle tramite le misure attive. A fronte di una spesa preventiva­ta di 1,4 milioni di franchi per integrare queste persone nel mondo del lavoro il cantone ne ha utilizzati solo 500’000. Interrogat­o il dipartimen­to rimanda a un maggior impegno per il 2018. Ma non è tutto! Nel giugno del 2016 abbiamo votato il controprog­etto all’iniziativa contro il dumping, che prevedeva un potenziame­nto dell’ispettorat­o del lavoro. Ebbene le cifre di questo consuntivo ci dicono che i prospettat­i potenziame­nti non sono ancora stati fatti. Non si può certo dire che nel frattempo il mercato del lavoro sia migliorato, anzi, fenomeni di dumping, caporalato e taglieggio sono ancora ben presenti. Anche qui auspichiam­o un maggior impegno da parte del dipartimen­to per il 2018.

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