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Jelmini e Fuhrer lasciano il Cda di Raiffeisen

Duplice ritiro all’assemblea dei delegati di sabato. Rinviato lo scarico per i dirigenti.

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In occasione dell’assemblea dei delegati di Raiffeisen Svizzera, svoltasi a porte chiuse sabato a Lugano, due membri del consiglio di amministra­zione dell’istituto bancario si sono ritirati con effetto immediato. Il voto sullo scarico per i dirigenti è stato rinviato a un’assemblea generale straordina­ria da tenersi in novembre o a quella ordinaria nel 2019. I dimissiona­ri sono l’ex consiglier­a di Stato zurighese Rita Fuhrer e il ticinese Angelo Jelmini, municipale di Lugano: hanno rinunciato a sollecitar­e il rinnovo del mandato vista la situazione all’assemblea generale, ha detto ai giornalist­i al termine dell’assemblea il vicepresid­ente Pascal Gantenbein. Anche Philippe Moeschinge­r darà le dimissioni in autunno, prima del previsto. In seguito alle forti critiche dei delegati, il rapporto sulle remunerazi­oni del Cda per il 2017 è stato rivisto, ha aggiunto Gantenbein. L’assemblea, che ha riunito i 164 delegati delle 21 Federazion­i regionali di Raiffeisen, ha eletto Rolf Walker e Thomas Rauber come nuovi membri dell’organo di sorveglian­za. «Siamo molto insoddisfa­tti del consiglio di amministra­zione», ha dichiarato al termine della riunione Kurt Sidler, rappresent­ante dell’organizzaz­ione delle banche regionali Raiffeisen. Quanto successo dal 2012 al 2015 ha profondame­nte irritato i delegati, ha aggiunto. Gantenbein ha poi detto che in occasione della prossima assemblea sarà candidato al posto di presidente del Cda. A suo parere se la reputazion­e e la credibilit­à del gruppo Raiffeisen ha sofferto il principale colpevole è Pierin Vincenz, l’ex numero uno accusato di amministra­zione infedele. In aprile si è saputo che nel 2017 i membri dell’organo di sorveglian­za avevano ricevuto 2,41 milioni di franchi, il 43,5% in più del 2016. La direzione di Raiffeisen, compresa la direzione allargata e il direttore della revisione interna, ha guadagnato in totale 11,03 milioni. Giovedì l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha annunciato di aver constatato gravi lacune presso Raiffeisen nell’ambito dell’indagine riguardant­e la gestione dell’istituto bancario. Gantenbein ha assicurato che il gruppo cooperativ­o ha già preso delle misure e che affari come quelli fatti nel 2015 ora non possono più aver luogo. L’indagine interna sul periodo con a capo Vincenz, condotta dal professore Bruno Gehrig, riguarda in particolar­e l’acquisizio­ne della banca privata Wegelin, diventata poi Notenstein, e della banca La Roche. Finora è stato compiuto l’esame approfondi­to di una dozzina di partecipaz­ioni e non è stato rilevato alcun atto punibile penalmente, ha precisato Gehrig. L’analisi, che dovrebbe essere conclusa entro la prossima assemblea di novembre, non riguarda i fatti oggetto di inchiesta penale da parte della procura zurighese sulle acquisizio­ni di Investnet, società di partecipaz­ioni argoviese di cui Vincenz detiene il 15% delle azioni.

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