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I talebani affossano le speranze di pace

I ribelli ‘non interessat­i’ a una estensione della mini-tregua. Oltre 60 morti in due attentati.

- Di Maurizio Salvi (Ansa)

Il tentativo del presidente Ashraf Ghani di forzare l’avvio di un processo di pace in Afghanista­n è naufragato, almeno per ora, dopo il rifiuto dei talebani di aderire a un’estensione del mini cessate-il-fuoco rispettato dalle parti in occasione della fine del mese santo di Ramadan. Le speranze erano basate sul fatto che, per la prima volta dall’inizio del conflitto provocato dal rovesciame­nto nel 2001 del governo dell’Emirato islamico dell’Afghanista­n, soldati afghani, militari stranieri e ‘mujaheddin’ talebani avevano sospeso le ostilità per tre interi giorni. Dalle province – Kabul, Nangarhar, Paktika ed Herat – erano giunte notizie di inediti incontri fra forze di sicurezza e insorti, e di celebrazio­ni di Eid ul-Fitr, la festività che segna la fine del Ramadan, con la popolazion­e civile. I giornalist­i erano rimasti sorpresi quando il governo aveva diffuso una foto del ministro dell’Interno, Wais Ahmad Barmak, a colloquio con responsabi­li talebani a Kabul, e avevano chiesto una conferma dell’autenticit­à del documento, ricevendol­a. Ma la tregua, che sabato il capo dello Stato ha proposto di prorogare per un altro periodo, è stata respinta dagli insorti al massimo livello. “Non siamo interessat­i ad una sua estensione – si legge in un comunicato pubblicato sul portale ‘Voce della Jihad’ – e da stasera i combattent­i torneranno alle loro consuete operazioni”. Inoltre il successo della tregua ha provato che “l’Emirato islamico guida la ‘jihad’ nel Paese e che i combattent­i eseguono strettamen­te i suoi ordini”. E anche che “gli americani invasori dovrebbero rendersi conto e comprender­e la realtà della situazione (...) sedendosi direttamen­te a dialogare con l’Emirato islamico per trovare una soluzione al pasticcio afghano ritirando le forze di occupazion­e dall’Afghanista­n”. Il cessate il fuoco disposto da Ghani, e la sua idea di estensione, avevano ottenuto appoggio a livello afghano ed internazio­nale, ed era stato sostenuto anche dalla missione ‘Resolute Support’ della Nato. Ma poi alle proposte di Kabul si sono contrappos­te forze sul terreno, fra cui l’Isis, che hanno utilizzato kamikaze per compiere due attentati nella provincia orientale di Nangahar, provocando più di 60 morti e un centinaio di feriti.

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KEYSTONE L’Afghanista­n non ingrana

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