‘Giù le mani’ verso il vero nodo politico
Domani il Gran Consiglio deciderà se ritenere ricevibile l’iniziativa popolare legislativa generica del 2008
Denominata “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologicoindustriale nel settore del trasporto pubblico”, era stata sottoscritta da 15mila ticinesi. Il parlamento deciderà sulla base del rapporto della Commissione della gestione (relatore Raffaele De Rosa, Ppd) che all’unanimità propone lo stralcio di due punti e mezzo su sei. In particolare, nel punto 1 suggerisce di togliere l’ubicazione del polo tecnologico nell’attuale sito delle Officine Ffs, poiché tale indicazione si scontrerebbe con la natura astratta di una legge promovibile mediante iniziativa legislativa generica. Stralciando anche i punti 2 (inserimento nel Piano direttore cantonale) e 5 (per il personale si faccia capo al Ccl di Ffs Cargo), il testo da sei si riduce a quattro punti. L’ex punto 3 diventa 2 e rappresenta il cuore dell’iniziativa: “Nel quadro della creazione di questa zona, sarà costituita, attraverso una trattativa tra il Cantone e le Ffs, una società pubblica che: a) rilevi le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona, b) sviluppi nuove attività, nuovi servizi, attività di ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”. Se votata, la ricevibilità rappresenta solo il primo passo verso il vero dibattito politico necessario a trasformare gli intendimenti in un eventuale testo di legge. Infatti subito dopo la decisione parlamentare, entro fine giugno Consiglio di Stato e Municipio di Bellinzona pubblicheranno i rispettivi messaggi con la richiesta di stanziare i 100 e 20 milioni previsti per sostenere le Ffs nella realizzazione delle nuove Officine di Castione, ottenendo in cambio metà del sedime cittadino occupato dallo storico stabilimento industriale. Dove – in base alla lettera d’intendi tripartita sottoscritta lo scorso dicembre – Cantone e Città s’impegnano a realizzare un sito tecnologico e innovativo attrattore di aziende e start up, senza però più citare l’attività classica di manutenzione ferroviaria. L’elaborazione del testo di legge e i messaggi per i 120 milioni di Cantone e Città appaiono quindi in rotta di collisione, perché costituire una società pubblica che rilevi tutte le attuali attività dell’Officina (manutenzione anche dei carri merci e non solo dei treni Giruno, Etr 610 e Tilo come previsto nel nuovo stabilimento di Castione) è ben altra cosa rispetto ai contenuti della lettera d’intenti tripartita.
Tesi a confronto
Qui si pone il vero nodo politico: quale testo di legge potrà mai scaturire dal parlamento, se questo s’indirizzerà verso l’accoglimento dei 100 milioni di sua competenza? Sarebbe un testo di legge rinunciatario rispetto allo spirito dell’iniziativa, ciò che indurrebbe il comitato ‘Giù le mani’ a non ritirare l’iniziativa, chiamando così il popolo al voto sui due differenti testi. Molto dipenderà dal messaggio governativo, e meglio da quale contenuto industriale si potrà dare (zero?) al comparto cittadino o attorno alle nuove Officine. Altro interrogativo: qualora dalle eventuali urne uscisse vincente il testo di legge in linea con l’iniziativa originale ‘Giù le mani’, questo avrà la precedenza sui 120 milioni? «È chiaro che il parlamento, dopo aver votato la ricevibilità, entrando nel merito dell’iniziativa per un testo di legge la boccerà a grande maggioranza», dichiara Giuseppe Sergi del Movimento per il socialismo, da sempre vicino alla causa degli operai dello stabilimento, promettendo battaglia: «Se quindi il popolo, nell’urna, dovesse poi votare un testo di legge conforme all’iniziativa, è evidente che lo sviluppo delle Officine dovrà andare in un’altra direzione rispetto a quella indicata nella lettera d’intenti e nel messaggio sui 100 milioni». Il cui contenuto – annota il relatore della Gestione Raffaele De Rosa – non è ancora noto, «ciò che attualmente rende difficile una valutazione politica di quello che potrebbe maturare nei prossimi mesi».