Per alcune la coppia è dolore
Casa Armònia e la violenza sulle donne: ‘L’espressione estrema della disuguaglianza dei sessi’
Il fenomeno è in continua crescita. Accolte nel 2017 nella struttura locarnese 22 donne e 11 bambini. Un quarto i casi di autosegnalazione.
La violenza sulle donne è un fenomeno che non si argina, che cresce: lo denunciano le statistiche, i rapporti della Polizia cantonale, i racconti di mogli e compagne abusate, le associazioni che le aiutano, salvandole spesso la vita. Nel 2017 in Ticino gli interventi per violenza domestica sono stati 1’080: il 30% in più rispetto al 2016; nel 75% dei casi si trattava di violenza fra coniugi o ex coniugi. Casa Armònia – con sede nel Locarnese – è una porta aperta all’ascolto che sostiene le donne in un luogo protetto. Nel 2017 ha accolto 22 donne e 11 bambini: la maggior parte delle ospiti sono arrivate su segnalazione dei vari servizi presenti sul territorio, delle forze dell’ordine e dell’Ufficio per l’aiuto alle vittime di reati; un quarto si è autosegnalata. Cifre svelate da Linda Cima-Vairora, presidente dell’associazione Armònia che gestisce pure il Consultorio Alissa. Altre cifre, altri dati che manifestano il bisogno di assistenza per affrontare il difficile percorso di uscita da situazioni di copia difficili: ad Alissa si sono rivolti 84 donne, 14 uomini, 4 coppie e 25 servizi. Gli utenti che ne hanno fatto capo erano prevalentemente di nazionalità svizzera (quasi tutti ticinesi), molti provenivano dal Sopraceneri, in particolare dal Bellinzonese e dal Locarnese. Le problematiche delle quali si è occupato il Consultorio sono state per la maggior parte di carattere familiare. «Il problema della violenza sulle donne è l’espressione estrema della disuguaglianza dei sessi, ed è presente in tutti i paesi, le classi sociali e le culture del mondo»; lo ha detto chiaramente Linda Cima-Vairora in occasione dell’annuale assemblea. «Indicare nella nostra realtà un preciso contesto sociale dove il problema sia maggiormente diffuso è difficile; dal nostro osservatorio possiamo comunque affermare che le persone più fragili dal punto di vista sociale e psicologico sono quelle che più spesso si rivolgono a noi. Per alcune persone la relazione di coppia è molto dolorosa e complicata, come spesso abbiamo potuto osservare e sottolineare in questi anni di impegno attraverso la nostra attività come associazione Armònia. Le coppie cosiddette ‘normali’ – ‘normali’ in quanto portatori di comportamenti comuni alla maggior parte delle persone – possono avere delle divergenze, ma poi si confrontano e dialogano alla ricerca di una soluzione che produce un positivo rafforzamento del legame. La coppia molto problematica, patologica, si caratterizza invece per la presenza di tensioni croniche irrisolte, di disaccordi profondi e radicati, e nel contempo presenta uno stato fusionale tra i partner: una sorta di groviglio relazionale, in cui è difficile capire ciò che appartiene all’uno e ciò che appartiene all’altro. Così, ad esempio, le difficoltà possono portare alla gelosia patologica (che si avvicina alla paranoia), allo stalking, ad aspetti vicini al delirio, tutte situazioni che sottendono una marcata dipendenza affettiva, in cui viene impedito all’altro di vivere la propria vita e non è più presente una lettura corretta della realtà».
L’importanza della competenza
Per lavorare in questo contesto è dunque importante avere un concetto chiaro della violenza domestica, capire le dinamiche della relazione perversa, comprendere come le due persone coinvolte siano legatissime. Situazioni complesse e difficili in cui la donna spesso non riesce a mettere in atto scelte di cambiamento e torna dal partner malgrado la violenza subita. Proprio perché consapevoli dell’importanza di perfezionare la comprensione e le strategie di intervento, l’associazione dà ampio spazio a momenti di riflessione, di supervisione e a incontri di formazione tra comitato, operatrici e collaboratori esterni competenti. «La riflessione, partendo sempre da situazioni presenti nella nostra Casa, ci permette di comprendere meglio le dinamiche in atto e valutare gli interventi più opportuni, onde evitare il rischio di diventare involontariamente complici di modalità relazionali perverse messe in campo dalle persone coinvolte».