Unica a livello svizzero: funzionava con l’argano recuperato da un battello
Una doppia fune traente, un argano recuperato probabilmente da un ascensore di un battello e un contrappeso che scende verticalmente per una ventina di metri lungo un pozzo sotto la stazione a monte. Sono le particolarità uniche a livello svizzero della funicolare degli Angioli di Lugano che la Città vorrebbe rilanciare se riuscisse tramite il concorso a trovare un’idea valida (cfr. articolo sopra). A illustrarcele è l’ingegner Renzo Pesciallo (attuale direttore degli impianti di Airolo-Pesciüm ed esperto d’impianti a fune) che conosce molto bene la struttura. Egli, in qualità di consulente (Pesciallo Consulting & Engineering), ha infatti già effettuato due studi sulla funicolare costruita nel 1913 dalle Officine Meccaniche Stigler di Milano. Dapprima, nel 2009, ha analizzato sette possibili varianti che vanno dalla ristrutturazione storica (replica dell’originale), al rilancio vero e proprio (impianto moderno) con addirittura due varianti di collegamento fino al parco del Tassino. Dopodiché, la Città ha chiesto all’ingegnere di approfondire nei dettagli la variante “ristrutturazione storica”, in particolare cosa e come occorre fare unitamente all’analisi dei costi. Poi, nel dicembre 2014, un altro passo in avanti: il Municipio di Lugano ha chiesto alla Pesciallo Consulting & Engineering un ulteriore approfondimento, in base alle prescrizioni federali e cantonali, su come procedere per ottenere l’approvazione dei piani, l’autorizzazione di esercizio, eventuali sussidi e come intervenire affinché le normative sui disabili vengano ottemperate. In altre parole, tutte le informazioni necessarie sui requisiti odierni nel caso l’autorità politica decidesse di presentare la domanda all’autorità federale o cantonale a dipendenza del tipo di autorizzazione. Già allora l’ingegner Pesciallo ha reso attenta la Città sull’importanza di definire la finalità della stazione a monte in via Giuseppe Motta. Ma quali sono le particolarità della funicolare? Anzitutto, la vettura trainata mediante una doppia fune di trazione (di regola le funicolari hanno un’unica fune traente). L’altra particolarità, l’argano (con dentatura in legno) con contrappeso (di per sé già una rarità nelle funicolari) che addirittura non corre parallelo al tracciato ma bensì in un pozzo verticale sotto la stazione (sistema Stigler). Nella stazione a monte della struttura luganese, venne infatti scavato un pozzo di venti metri per consentire al contrappeso di scendere e salire. Un adattamento unico quest’ultimo nel mondo delle funicolari. Da sottolineare che nella costruzione all’inizio del secolo scorso, probabilmente per ragioni economiche, era stato riutilizzato l’argano di un ascensore preso da un battello. Merita infine una nota anche la bellissima ringhiera in ferro battuto che corre lungo la scalinata degli Angioli rispettivamente il tracciato della funicolare.