Gordola: strade allo stop?
Segue da pagina 11 (…) perché chi doveva decidere, alla fine, astenendosi, ha deciso di non decidere, forse per paura di “sbagliare” i conti partitici ed elettorali. Personalmente realizzare un marciapiede su un percorso casa scuola, qualsiasi decisione fosse stata presa, non credo sarebbe mai stato visto dai posteri come un tragico errore. Il putiferio sulla decisione “politica” su che vantaggi/svantaggi avrebbero avuto i diretti confinanti mi lascia assai perplesso e amareggiato, in quanto si tratta di un’opera fondamentale di messa in sicurezza, per la quale, non erano i proprietari confinanti ma principalmente tutti quelli che transitano in quel pezzo di strada di 200 m a trarne giovamento, in particolare i bambini. Chiaramente poi ognuno tira l’acqua al suo mulino, ma alla fine le opere vanno realizzate per il bene comune e per farlo occorre mantenere una linea e una proporzionalità nelle varie letture della situazione. Se viene portato avanti un certo discorso per anni e si sceglie l’arancione questo non può, a geometria variabile, passare una volta al verde e l’altra al rosso a seconda degli interessi degli uni o degli altri. Dalle discussioni emerse in CC si può comunque estrapolare (e porterò avanti questo discorso) la volontà del legislativo di poter disporre di un approfondimento maggiore, a livello di MM, sugli aspetti inerenti i contributi di miglioria. Ricordando però che questo ha un costo e sarà poi sempre il cittadino a pagarlo, nella speranza di non spendere 2 per incassare 1, anche perché al borsellino del contribuente alla fine l’operazione costa 3! Se ad alcuni non piace la mia lettura molto pragmatica e schietta del tema, dove non mi faccio influenzare e pilotare per secondi fini, dovrà rassegnarsi, ancora per almeno altri 2 anni sarà così. Termino rassicurando Gordola che l’implementazione delle zone 30, per favorire la mobilità lenta e la vivibilità dei quartieri, nonché la sistemazione e la riqualifica di ponti e strade andran- no avanti. Mentre a chi si lamenta di qualche pozza, imprecando pesantemente sui “social media”, sorrido pensando a quanto i bimbi ci si divertano giocandoci, nella consapevolezza che altri meno fortunati non hanno né strade, né case, né cibo, ma forse un po’ più di rispetto e lungimiranza verso il prossimo.