Il Ppd vuole una votazione bis
Il partito ritiene la ‘scandalosa disinformazione’ decisiva nel ‘no’ alla sua iniziativa ‘per il matrimonio’
Ricorso inoltrato in diversi cantoni. Il Ppd chiede che venga annullata la votazione del 28 febbraio 2016. Gli esperti: possibilità di successo al Tf.
La ‘penalizzazione fiscale del matrimonio’ interessa 454mila coppie sposate, oltre cinque volte tante quelle stimate sin qui (cfr. scheda). Il clamoroso errore di calcolo reso noto venerdì dal Consiglio federale ha generato una “scandalosa disinformazione”, rivelatasi decisiva per le sorti dell’iniziativa popolare respinta di misura nel febbraio 2016. È quanto sostiene il Ppd, che ieri ha inoltrato ricorso in diversi cantoni: a suo parere, quella votazione va ripetuta. La notizia era nell’aria. Già venerdì il partito ricordava come la sua iniziativa ‘Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate’ fosse stata respinta per un soffio: la maggioranza dei Cantoni (16,5 su 23) l’aveva sostenuta, non così il popolo (50,8% di ‘no’). “Sarebbe stata certamente accettata se queste cifre [il numero di coppie sposate penalizzate, ndr] fossero state comunicate correttamente”, scriveva il partito in una nota. Su Twitter, il presidente Gerhard Pfister ha poi denunciato “l’inganno del Consiglio federale al popolo”. E ieri, dalle colonne del ‘Tages-Anzeiger’, il consigliere nazionale zughese ha ribadito quanto ventilato tre giorni orsono, ossia l’intenzione di presentare ricorso contro il risultato della votazione. Ieri le verifiche del caso si sono protratte fino a pomeriggio inoltrato al segretariato generale del Ppd a Berna. In prima serata, il partito ha poi fatto sapere di aver inoltrato ricorso “in diversi cantoni” contro il risultato della votazione. Senza “questa scandalosa disinformazione” – frutto dell’errore di calcolo da parte dell’amministrazione federale delle finanze (i cui metodi di stima saranno presto esaminati da esperti esterni, ha stabilito il ministro delle Finanze Ueli Maurer) – la sua iniziativa sarebbe stata accettata, scrive il Ppd. “Vogliamo che il popolo possa pronunciarsi nuovamente, e questo sulla base di cifre chiare”, aggiunge il partito, convinto “che una maggioranza della popolazione si pronuncerebbe oggi a favore” dell’iniziativa. In effetti, durante la campagna in vista del voto del 28 febbraio 2016, uno dei temi cavalcati dai contrari – Consiglio federale compreso – è stato quello del numero contenuto di coppie ‘penalizzate’. Tuttavia, stando all’analisi Vox, l’argomento che più ha contribuito alla bocciatura dell’iniziativa è stato quello secondo il quale questa conteneva una definizione di matrimonio troppo limitata e tradizionale, discriminatoria nei confronti delle coppie omosessuali. Quanto hanno influito i diversi argomenti sul risultato? È uno degli aspetti – non l’unico – che i tribunali dovranno esaminare. I cantoni hanno dieci giorni per rispondere al ricorso, secondo il costituzionalista Pascal Mahon. Se dovesse essere respinto, è possibile portare la questione al Tribunale federale (Tf). Rainer Schweizer, professore di diritto costituzionale all’Università di San Gallo, ha spiegato che stando alla giurisprudenza del Tf, eccezionalmente è possibile ricorrere contro una votazione per fatti importanti emersi successivamente. Secondo entrambi gli esperti, il ricorso in questione potrebbe avere delle possibilità di essere accettato a Losanna. La ripetizione di una votazione federale sarebbe una ‘prima’. Anni fa il Ps provò a creare un precedente. Ma il Tf respinse i ricorsi presentati da due esponenti socialisti contro l’esito della votazione sulla seconda riforma dell’imposizione delle imprese, accolta dal popolo di misura (50,5% di ‘sì’) nel febbraio 2008. I ricorrenti sostenevano che le informazioni fornite dalle autorità durante la campagna erano sbagliate o incomplete: si parlava infatti di perdite fiscali per 84 milioni di franchi, mentre stime successive avevano valutato i mancati introiti a circa 7 miliardi sull’arco di dieci anni. I giudici criticarono duramente il Consiglio federale. Pur dando ragione nel merito ai ricorrenti, si espressero contro una votazione bis. Tra i motivi: sicurezza giuridica e tutela della fiducia, in riferimento alle molte aziende che nel frattempo si erano ormai adeguate alle nuove disposizioni. Un’argomentazione – almeno questa – che tuttavia non dovrebbe valere per l’iniziativa del Ppd contro la penalizzazione del matrimonio.