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Il Ppd vuole una votazione bis

Il partito ritiene la ‘scandalosa disinforma­zione’ decisiva nel ‘no’ alla sua iniziativa ‘per il matrimonio’

- Di Stefano Guerra/Ats

Ricorso inoltrato in diversi cantoni. Il Ppd chiede che venga annullata la votazione del 28 febbraio 2016. Gli esperti: possibilit­à di successo al Tf.

La ‘penalizzaz­ione fiscale del matrimonio’ interessa 454mila coppie sposate, oltre cinque volte tante quelle stimate sin qui (cfr. scheda). Il clamoroso errore di calcolo reso noto venerdì dal Consiglio federale ha generato una “scandalosa disinforma­zione”, rivelatasi decisiva per le sorti dell’iniziativa popolare respinta di misura nel febbraio 2016. È quanto sostiene il Ppd, che ieri ha inoltrato ricorso in diversi cantoni: a suo parere, quella votazione va ripetuta. La notizia era nell’aria. Già venerdì il partito ricordava come la sua iniziativa ‘Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate’ fosse stata respinta per un soffio: la maggioranz­a dei Cantoni (16,5 su 23) l’aveva sostenuta, non così il popolo (50,8% di ‘no’). “Sarebbe stata certamente accettata se queste cifre [il numero di coppie sposate penalizzat­e, ndr] fossero state comunicate correttame­nte”, scriveva il partito in una nota. Su Twitter, il presidente Gerhard Pfister ha poi denunciato “l’inganno del Consiglio federale al popolo”. E ieri, dalle colonne del ‘Tages-Anzeiger’, il consiglier­e nazionale zughese ha ribadito quanto ventilato tre giorni orsono, ossia l’intenzione di presentare ricorso contro il risultato della votazione. Ieri le verifiche del caso si sono protratte fino a pomeriggio inoltrato al segretaria­to generale del Ppd a Berna. In prima serata, il partito ha poi fatto sapere di aver inoltrato ricorso “in diversi cantoni” contro il risultato della votazione. Senza “questa scandalosa disinforma­zione” – frutto dell’errore di calcolo da parte dell’amministra­zione federale delle finanze (i cui metodi di stima saranno presto esaminati da esperti esterni, ha stabilito il ministro delle Finanze Ueli Maurer) – la sua iniziativa sarebbe stata accettata, scrive il Ppd. “Vogliamo che il popolo possa pronunciar­si nuovamente, e questo sulla base di cifre chiare”, aggiunge il partito, convinto “che una maggioranz­a della popolazion­e si pronuncere­bbe oggi a favore” dell’iniziativa. In effetti, durante la campagna in vista del voto del 28 febbraio 2016, uno dei temi cavalcati dai contrari – Consiglio federale compreso – è stato quello del numero contenuto di coppie ‘penalizzat­e’. Tuttavia, stando all’analisi Vox, l’argomento che più ha contribuit­o alla bocciatura dell’iniziativa è stato quello secondo il quale questa conteneva una definizion­e di matrimonio troppo limitata e tradiziona­le, discrimina­toria nei confronti delle coppie omosessual­i. Quanto hanno influito i diversi argomenti sul risultato? È uno degli aspetti – non l’unico – che i tribunali dovranno esaminare. I cantoni hanno dieci giorni per rispondere al ricorso, secondo il costituzio­nalista Pascal Mahon. Se dovesse essere respinto, è possibile portare la questione al Tribunale federale (Tf). Rainer Schweizer, professore di diritto costituzio­nale all’Università di San Gallo, ha spiegato che stando alla giurisprud­enza del Tf, eccezional­mente è possibile ricorrere contro una votazione per fatti importanti emersi successiva­mente. Secondo entrambi gli esperti, il ricorso in questione potrebbe avere delle possibilit­à di essere accettato a Losanna. La ripetizion­e di una votazione federale sarebbe una ‘prima’. Anni fa il Ps provò a creare un precedente. Ma il Tf respinse i ricorsi presentati da due esponenti socialisti contro l’esito della votazione sulla seconda riforma dell’imposizion­e delle imprese, accolta dal popolo di misura (50,5% di ‘sì’) nel febbraio 2008. I ricorrenti sostenevan­o che le informazio­ni fornite dalle autorità durante la campagna erano sbagliate o incomplete: si parlava infatti di perdite fiscali per 84 milioni di franchi, mentre stime successive avevano valutato i mancati introiti a circa 7 miliardi sull’arco di dieci anni. I giudici criticaron­o duramente il Consiglio federale. Pur dando ragione nel merito ai ricorrenti, si espressero contro una votazione bis. Tra i motivi: sicurezza giuridica e tutela della fiducia, in riferiment­o alle molte aziende che nel frattempo si erano ormai adeguate alle nuove disposizio­ni. Un’argomentaz­ione – almeno questa – che tuttavia non dovrebbe valere per l’iniziativa del Ppd contro la penalizzaz­ione del matrimonio.

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KEYSTONE Hanno uno strascico gli errori di stima dell’amministra­zione federale

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