laRegione

Elettrodot­ti via dall’abitato

Concluso il monitoragg­io sulle immissioni: valori oltre i limiti. Si prospetta lo spostament­o

- di Katiuscia Cidali

Per il Dipartimen­to del territorio la soluzione più promettent­e è trasferire le linee di trasporto di energia presenti in Riviera sul fianco montano destro

Nei punti più esposti, le immissioni di radiazioni non ionizzanti degli elettrodot­ti in Riviera superano i limiti consentiti attualment­e. È quanto indicano i risultati dello studio condotto dal Dipartimen­to del territorio (Dt) e dall’Associazio­ne dei proprietar­i di immobili attraversa­ti da elettrodot­ti (Piae) ed elaborato dalla Supsi. Negli scorsi mesi sono state effettuate misurazion­i in otto abitazioni della Riviera, all’interno e all’esterno, sei nei pressi di linee aeree ad alta tensione (negli ex Comuni di Iragna, Prosito e Lodrino), due vicino a impianti delle linee ferroviari­e (Osogna e Cresciano). Nelle abitazioni situate nelle immediate vicinanze di elettrodot­ti, i valori massimi rilevati superano la soglia del valore limite di 1 microtesla, fino a punte di 12, nel caso di Prosito. Mentre nei luoghi vicini alla linea ferroviari­a non sono stati registrati valori superiori a 1. Nelle prime sei abitazioni, per il 71% del tempo la media ha superato il limite, mentre all’esterno per il 98%. Tuttavia, come ha tenuto a sottolinea­re ieri in conferenza stampa il Consiglier­e di Stato e direttore del Dt Claudio Zali, non si può parlare di una situazione di illegalità. Questo poiché i vecchi impianti presenti in Riviera (di oltre 60 anni) rispondono a normative precedenti, i cui valori limite, fissati dall’Ordinanza sulla protezione da Radiazioni non ionizzanti (Orni), erano meno restrittiv­i. I valori misurati negli scorsi mesi in Riviera sono dunque tollerati, perché la costruzion­e ed entrata in funzione degli impianti è parecchio antecedent­e all’entrata in vigore dell’Orni, che prevede limiti molto più bassi.

‘Situazione che non soddisfa’

Come detto, gli impianti non sono dunque fuori norma, va però fatto notare che il limite è stato abbassato di molto: si è passati da 100 microtesla (valore massimo fino al 2000) a 1, fissato dalla Confederaz­ione nella nuova legislazio­ne. Swissgrid ha documentat­o che a livello europeo fa stato il limite di 100 e non di 1. Una grande differenza che, per ora, non è dato sapere cosa significhi esattament­e in termini di impatto sulla salute. «Nell’incertezza è però importante impegnarsi a migliorare la situazione», ha evidenziat­o Raffaele De Rosa, sindaco di Riviera. «Lo studio conferma che la situazione non è soddisface­nte ed è necessario trovare soluzioni per porvi rimedio», ha aggiunto. A tal proposito, come indicato da Zali, la via più promettent­e prevede lo spostament­o

delle linee ad alta tensione aeree dalle zone abitate, e più precisamen­te sul fianco montano destro, liberando così il fondovalle. Ciò apportereb­be tangibili migliorame­nti sia dal profilo paesaggist­ico – i terreni toccati da elettrodot­ti possono subire un considerev­ole deprezzame­nto –, sia da quello ambientale,

perché le immissioni elettromag­netiche possono essere dannose anche per fauna e flora. Dal canto suo, Elvio Bernardi, presidente dell’associazio­ne Piae, esprime soddisfazi­one riguardo la prospettiv­a dello spostament­o degli elettrodot­ti, pur consapevol­e che richiederà tempo. Dal 2012 il Cantone lavora

con Swissgrid, Ffs e Aet a un concetto di riordino degli elettrodot­ti in Ticino: tra cui rientra anche il trasferime­nto fuori dalle zone abitate. Liberare il fondovalle dagli impianti è un’operazione complessa e le procedure di pianificaz­ione, progettazi­one ed esecuzione richiedera­nno decine di anni.

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TI-PRESS Impianti che hanno superato i sessanta anni di vita, per quelli nuovi i valori massimi sono molto più restrittiv­i

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