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Debiti, il governo chiama Campione

- Di Marco Marelli/Red

Oltre alla Città di Lugano, anche il Cantone è creditore nei confronti del Comune di Campione d’Italia, così come i pompieri di Melide (20mila franchi annui), la Navigazion­e Lago di Lugano (350mila franchi) e anche alcuni privati. È di trecentomi­la franchi annui quanto Campione d’Italia dovrebbe versare per alcuni servizi, come l’accesso alle case di riposo degli anziani, i trasporti e il servizio di raccolta dei rifiuti urbani. C’è poi l’accesso alle scuole ticinesi per le quali Campione dovrebbe versare altri 300mila euro. Il Comune che in cassa non ha neppure i soldi per acquistare la carta igienica non è in grado di onorare i propri impegni, per cui il Consiglio di Stato, come ha riferito la Rsi, ha inviato una lettera all’enclave e per conoscenza al prefetto di Como, alla Regione Lombardia e a Berna, per conoscere quando i propri crediti saranno pagati. Una bella, oltre che legittima, domanda alla quale nessuno è in grado di dare una risposta, anche perché se lo Stato italiano non decide di stanziare contributi a fondo perso, come già sta facendo da un paio d’anni, non esistono altre soluzioni. Considerat­a la delicatezz­a della questione è impensabil­e che una decisione possa arrivare in tempi brevi. C’è poi un particolar­e non trascurabi­le: i dipendenti comunali dalla seconda quindicina di febbraio non ricevono lo stipendio e ancora non è stato nominato il commissari­o prefettizi­o. Nel momento in cui dovessero arrivare risorse i primi a beneficiar­ne saranno gli oltre cento dipendenti comunali. Una scelta obbligata, anche in consideraz­ione del fatto che il Comune campionese è in dissesto finanziari­o. Rispetto al casinò di Campione, invece, i dati riferiti agli ultimi 15 anni (fino al 2017) dimostrano come la casa da gioco ha paradossal­mente retto meglio degli altri tre casinò italiani all’urto della crisi. La progressio­ne degli incassi: 123 milioni di euro (2002), 121 milioni (2008 anno in cui è iniziata la crisi economica internazio­nale), 90 milioni (2013) e 91 milioni (2017). Gli incassi complessiv­i delle quattro case da gioco italiane sono passati da 532 milioni (2002) a 283 milione (2017). A Campione, in 15 anni, gli incassi sono calati del 26 per cento contro il 46% della media nazionale. Se la casa da gioco non avesse l’obbligo finanziari­o verso il Comune, diventato troppo oneroso, il bilancio sarebbe positivo.

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TI-PRESS Il sindaco in Consiglio comunale

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