Pensionamento anticipato per l’edilizia: salvarlo invece di comprometterlo
Da ben 15 anni, i lavoratori edili possono entrare in pensionamento anticipato a 60 anni con una rendita che si situa attorno al 70% dell’ultimo stipendio, oltre ad un sistema di finanziamento che si prende a carico anche i 5 anni di prepensionamento per quanto riguarda il versamento dei contributi Avs e Lpp. Oggi la rendita transitoria è il 20% più alta rispetto a quanto percepirebbe un lavoratore a 65 anni, anche se lavorasse fino al normale pensionamento. In tutti gli altri sistemi di prepensionamento è l’esatto opposto: il fatto di scegliere di smettere di lavorare alcuni anni prima costa al lavoratore in modo direttamente proporzionale agli anni di anticipo del riposo. Gli impresari costruttori vogliono dare un futuro al pensionamento dai 60 anni. Dopo l’aumento delle aliquote fatto a metà 2016, ora sono necessarie vere misure di risanamento in termini di prestazioni. I datori di lavoro sono disposti a continuare a fornire, con un contributo pari al 5,5% della massa salariale, la parte preponderante del finanziamento della pensione dai 60 anni. Non bisogna infatti dimenticare che l’80% del finanziamento del prepensionamento è sulle spalle dei datori di lavoro, mentre solo il rimanente 20% viene pagato dai lavoratori. Un aggravio, tra l’altro, che viene imposto soltanto alle imprese di costruzione svizzere, dunque offrendo alle ditte estere un vantaggio competitivo di non poco conto. Segue a pagina 26